Pescara. “Lungimiranza zero. Il presidente D’Alfonso non investa denaro della collettività per dare attuazione alla costruzione di sansifici che si sono dimostrati impianti superati, altamente impattanti ma soprattutto fortemente osteggiati da diverse comunità di cittadini. Guardare al passato al fine di trovare una soluzione a una problematica contemporanea è a dir poco anacronistico. Al contrario, se si coinvolgesse il mondo delle università e della ricerca si potrebbe giungere all’individuazione di soluzioni efficaci, di prospettiva e di largo respiro a favore dell’agricoltura abruzzese”. Leandro Bracco, esponente di Sinistra Italiana in Consiglio regionale, boccia senza appello la proposta che poco più di un mese fa Luciano D’Alfonso ha ventilato nel corso di una riunione nell’ambito della quale aveva parlato di un possibile finanziamento straordinario a favore della costruzione di un nuovo sansificio. “La Regione Abruzzo – afferma Bracco – torna a occuparsi della questione del trattamento e smaltimento della sansa. Una tematica rilevantissima se si considera che ben 450 sono i frantoi presenti in Abruzzo e 9 milioni circa le piante di ulivo. Ciò che però non può non sorprendere è la circostanza secondo la quale, ancora una volta, il problema venga affrontato dalle istituzioni con una quota di lungimiranza che si attesta, per usare un eufemismo, ai minimi termini”. “A metà giugno scorso – prosegue il Consigliere Segretario – il presidente D’Alfonso, nel corso di una riunione convocata in Regione, aveva parlato di un possibile finanziamento straordinario destinato alla realizzazione di un sansificio in grado di soddisfare le esigenze del settore. Un impianto dalle notevoli dimensioni pagato, attraverso una legge regionale, dalla collettività abruzzese. Mi domando – si chiede Bracco – a quali comunità lo stesso D’Alfonso intenda donare una sfavillante ciminiera. A discapito di quali realtà, per realizzare il progetto, verranno sottratti fondi pubblici e sulla base di quale criterio verrà finanziato? I sansifici sono impianti superati. Nella nostra regione, proprio perché rivelatisi gravemente impattanti e non compatibili con l’ambiente, sono stati osteggiati da migliaia di cittadini e infine chiusi per palesi incompatibilità”. “La proposta messa sul tavolo dal presidente della Giunta – sottolinea Bracco – non rappresenta neppure una soluzione per il preziosissimo settore dell’agricoltura regionale. Un settore strategico che deve essere sostenuto con iniziative serie ma che soprattutto abbiano una visione prospettica. La realizzazione di un grande sansificio non tutela né le popolazioni né gli agricoltori. Basti pensare infatti ai tempi di realizzazione che dovranno necessariamente fare i conti con l’opposizione delle comunità locali. Opposizione che senza ombra di dubbio sarà granitica. Quale sindaco infatti accoglierebbe a braccia aperte un tale impianto? Lascia basiti la circostanza secondo cui la Regione guardi esclusivamente al passato per tentare di risolvere una problematica parecchio seria”. “Eppure esistono – rileva Bracco – soluzioni alternative. L’università di Perugia, ad esempio, ha elaborato uno studio circa l’impiego delle sanse in zootecnia. Allo stesso tempo il CRA – OLI (Centro di ricerca per l’olivicoltura e l’industria olearia) ha valorizzato l’utilizzo della sansa nel settore vivaistico. In aggiunta molte altre sono le strade percorribili che guardano prioritariamente alla compatibilità ambientale. Soluzioni anche di celere attuazione a differenza di quella che vorrebbe la possibile costruzione di un impianto. Inoltre c’è da domandarsi a chi convenga effettuare un investimento di tale portata”. “In questa vicenda – sottolinea Bracco – appare grave il fatto che la politica che ha in mano il potere non abbia neppure pensato di chiedere un contributo alle università o alle istituzioni che si occupano di ricerca. L’unica soluzione proposta è stata l’industrializzazione, nonostante essa risulti superata, tutt’altro che di rapida attuazione e dunque pressoché inutile”. “Nei prossimi giorni – conclude Leandro Bracco – scriverò ai presidenti delle Commissioni Ambiente e Agricoltura affinché si avvii lo studio di soluzioni alla questione che siano ambientalmente compatibili e realmente risolutive”.