L’Aquila. Settantenni attivi sui social con falsi profili di ragazzini per adescare minorenni, un 48enne che col suo smartphone filmava di nascosto i bambini di 3 anni nelle spiagge toscane dove si pratica nudismo. Facevano tutti parte di una rete di persone che si scambiavano materiale pedopornografico sulle chat di Facebook. Una rete scoperta dalla Polizia postale che ha arrestato due persone e ne ha denunciate altre 12, tra cui un aspirante diacono. Del gruppo facevano parte anche nove stranieri, che sono stati segnalati alle polizie dei loro paesi dove vivono abitualmente. In alcuni casi gli indagati non si limitavano a collezionare e scambiare foto e video proibiti ma li producevano in proprio. E’ il caso del 48enne, finito agli arresti, considerato l’artefice del gruppo. Disoccupato, di Firenze, passava la stagione estiva a riprendere i bimbi piccoli nelle spiagge di nudisti della Toscana. Per lui la Procura ha aperto un fascicolo a parte e ha chiesto subito il giudizio immediato. In manette è finito anche un uomo residente in Sicilia. Tra i denunciati ci sono pensionati, uno studente di 19 anni, un agente finanziario, dipendenti pubblici e del privato, perfino un seminarista che stava per essere ordinato diacono. L’uomo, che lavorava coi bambini come catechista in una diocesi del Lazio, dalla quale è stato subito allontanato, è accusato di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, non di produzione.
Ciascuno degli indagati poteva avere fino a sei falsi profili Facebook di adolescenti, usati in alcuni casi anche per adescare le vittime. Tra queste sono state identificate tre ragazzine di età compresa tra i 13 e i 17 anni: certe di avere a che fare con dei coetanei, sono state convinte a inviare loro foto ‘hot’ attraverso Fb. Anche i loro pc sono stati sequestrati per escludere che in passato possano essere state adescate da altri pedofili. Le perquisizioni nei confronti dei presunti affiliati alla rete, condotte nell’ambito dell’inchiesta fiorentina della pm Ester Nocera, sono state eseguite in Toscana, Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Umbria, Sicilia e Toscana: hanno portato al sequestro di circa 100 supporti informatici di ogni tipo, pc, smartphone, chiave Usb, hard disk, schede di memoria. Le attività, coordinate dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online del servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma, sono scattate dopo la segnalazione del National Center for Missing Exploited Children, organizzazione non governativa statunitense, che si occupa di abusi sui minori.