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Ministero approva gasdotto Larino-Chieti, No hub del gas: grave pericolo per l’ambiente

Redazione Centrale di Redazione Centrale
27 Giugno 2018
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L’Aquila. “Il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato il 25 giugno il Decreto di Autorizzazione per il gasdotto Larino – Chieti, un’opera fortemente contestata in quanto tassello della strategia che vuole trasformare l’Italia in un “Hub del Gas” a totale vantaggio dei petrolieri”. Lo ha reso noto il coordinamento No Hub del gas. “Il consumo di gas è in calo rispetto al picco del 2005 in Italia, come ricordato recentemente anche dal neo Ministro Costa, e ancora di più nelle due regioni interessate dal progetto, il Molise e l’Abruzzo. Inoltre a causa dei cambiamenti climatici bisogna abbandonare quanto prima le fossili. L’opera, della lunghezza di 111 km, per stessa ammissione del proponente, Gasdotti Italia, servirà a collegare pozzi di estrazione e stoccaggi esistenti (come il “Fiume Treste” gestito da Stogit) o in progetto, come quelli di San Martino sulla Marrucina e del Sinarca”.

“Per la posa dei tubi si dovranno fare enormi sbancamenti in numerose aree perimetrate come Siti di Interesse Comunitario per la fauna e la flora. Inoltre saranno sacrificati vigneti ed oliveti per decine di ettari. Per il Coordinamento No Hub del Gas l’approvazione del progetto è un fatto estremamente grave perché contribuisce alla trasformazione della penisola italiana in un territorio di mero passaggio di grandi opere per trasportare il metano verso il Nord Europa ad esclusivo vantaggio delle multinazionali coinvolte. Il tutto gravando sulla bolletta, un’ulteriore beffa. Hanno sbagliato anche le due regioni ad esprimere parere favorevole. Ora stiamo studiando il decreto per verificare che fare. Certo ci aspettavamo almeno una pausa nel varo di nuovi interventi così invasivi da parte dei dirigenti ministeriali in considerazione della nuova compagine di Governo che si è insediata da poco. Attendiamo una risposta dalla maggioranza in merito a questa scelta e auspichiamo un immediato e reale cambio di rotta sull’energia” conclude la nota.

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