Pescara. “Io sono andato a dire quello che ho fatto, contrariamente ad altri, che devono dire perché non lo hanno fatto”. Così Gianfranco Giuliante, assessore regionale con delega alla Protezione civile dal 31 gennaio 2011 al 25 maggio 2014, oggi pomeriggio nel palazzo di giustizia di Pescara, al termine dell’interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). Giuliante è indagato, insieme ad altre 14 persone, nell’ultima tranche dell’inchiesta, condotta dal procuratore capo di Pescara, Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia. Le contestazioni a suo ricarico riguardano, in particolare, la mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga (Clpv).
“Giuliante ha chiarito tutti i punti oggetto di contestazione – ha aggiunto Luigi Di Massa, avvocato dell’ex assessore -. Ha esaurientemente chiarito tutto ciò che è stato fatto durante la sua presenza nella giunta, ovvero tutto quello che serviva per predisporre la Carta valanghe. C’era già stata una delibera regionale per l’individuazione della Carta storica delle valanghe – ha concluso il legale – che costituiva un documento propedeutico all’individuazione del rischio valanghe, perché ovviamente se non si sapeva dove stavano le valanghe non era possibile sapere dov’era il rischio”.


