L’Aquila. “Un po’ in sordina e in un periodo in cui tutti sono in ferie, il governo Renzi ha riaperto la madre di tutte le battaglie, la vertenza sulla restituzione di tasse e contributi sospesi dopo il sisma del 6 aprile 2009. Noi imprenditori del ‘cratere’ saremo al fianco dell’esecutivo nella lotta contro l’Europa, ma se si perde non potremo essere noi a restituire fondi, sara’ il governo a essere responsabile”. Cosi’ il delegato di Confindustria L’Aquila in materia di ricostruzione, Ezio Rainaldi, prende posizione a seguito della diffusione della notizia di una lettera inoltrata da Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Politiche europee, per richiedere la documentazione contabile di aziende e privati con partita Iva relativa ai danni subiti e altre compensazioni ricevute. Le norme comunitarie, infatti, prevedono aiuti di Stato solo a imprese che abbiano subito danni direttamente collegati a catastrofi naturali come il terremoto. In caso di illegittimita’ accertata, potrebbe chiedere la restituzione al 100% in tutti gli altri casi, ipotesi per cui si battono imprenditori e categorie. La novita’ e’ venuta fuori in un vertice tra le associazioni di categoria e il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, al quale ha preso parte il direttore di Confindustria L’Aquila, Carlo Imperatore. “Noi imprenditori abbiamo avuto l’unico vero aiuto dallo Stato 5 anni fa attraverso una legge, la cosiddetta ‘legge Letta’, che fissa la restituzione abbattuta al 40% per tutti – ricorda Rainaldi – Lo stesso Lolli piu’ volte ha difeso questa legge da emendamenti che volevano bypassarla o sopprimerla”. “Chiamarci in causa ora e dirci ‘difendiamoci, se si perde poi si restituisce quanto si e’ ricevuto’, per noi e’ inaccettabile. Se si perde si dovra’ pagare, ma non possono essere gli imprenditori a pagare, dopo 5 anni sarebbe una definitiva condanna del tessuto economico e produttivo di questo territorio”, prosegue. Per il delegato alla Ricostruzione, “non dobbiamo difenderci da alcuna accusa: non accettiamo in partenza la domanda che ci pone l’Europa, se la ‘legge Letta’ fosse propria o impropria e, quindi, rifiutiamo ab origine l’ipotesi di un’infrazione”. Da Rainaldi anche un avvertimento agli enti locali. “Staremo a fianco dei nostri governanti, che fa bene a sollevare il problema della disparita’ con altre situazioni simili, ma non ci devono utilizzare come una testa di ariete che poi resta ferita dopo aver sfondato la porta. Siamo al di sopra di qualsiasi risultato che venga dalla vertenza del governo contro la Ue. Non possiamo essere noi a pagare”. A tal proposito la Regione chiedera’ un incontro urgente a Sandro Gozi, Sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei Ministri- Dipartimento per le Politiche Europee, per valutare direttamente la natura della richiesta della Commissione europea sugli Aiuti di Stato connessi al terremoto del 2009. Lo ha assicurato il vicepresidente Giovanni Lolli ai rappresentanti delle forze economiche, sociali, imprenditoriali e professionali dell’area del cratere incontrati nella sede della Regione Abruzzo a Palazzo Silone. “La questione e’ molto delicata – ha spiegato Lolli – perche’ il Governo, su richiesta della Commissione europea, vuole avere la documentazione contabile di aziende e privati con partita Iva relativa ai danni subiti e altre compensazioni ricevute. Il totale delle agevolazioni fiscali e contributive si aggira intorno a 180 milioni di euro. Stiamo parlando di numeri rilevanti – ha detto Lolli – perche’ ci sono qualcosa come 3.585 beneficiari, di cui 115 imprese, che hanno ottenuto agevolazioni superiori al ‘de minimis’ (200 mila euro, ndr) e altri 17.493 beneficiari al di sotto di quella soglia”. Da qui la necessita’ di “avere una interlocuzione diretta e immediata con il Governo” prima di avviare la procedura di ricognizione contabile cosi’ come chiede la Commissione e di inviare, entro il 4 settembre, qualsiasi documento cosi’ come richiede il Governo. “Con il Sottosegretario Giovanni Legnini e la senatrice Stefania Pezzopane – ha detto Lolli – chiederemo a Gozi se questo tipo di accertamento e’ stato avviato anche per tutte le altre regioni colpite da calamita’ naturale e se la documentazione richiesta fa riferimento solo alle aziende del cratere che hanno avuto agevolazioni superiori alla soglia del de minimis”. L’indagine disposta dalla Commissione europea nasce dal fatto che l’agevolazione fiscale non ha stabilito alcun nesso tra l’aiuto concesso e il danno subito a seguito del terremoto e quindi la ricognizione servirebbe ad individuare aziende che, da tale abbattimento, hanno ottenuto benefici economici superiori ai danni subiti. Il Governo italiano, infatti, ha concesso agevolazioni fiscali con la legge 183/2011, prima della formale notifica alla Commissione avvenuta nel luglio 2012. “E’ una circostanza che dobbiamo assolutamente scongiurare – ha concluso il vicepresidente Lolli – perche’ significherebbe chiedere alle aziende del territorio di ridare indietro liquidita’ in un momento cosi’ drammatico per la nostra economia”.