Pescara. Sale ad oltre 180 il numero delle persone – principalmente bambini – finite in ospedale, a partire da venerdì, con i sintomi di una gastroenterite, provocata, come è stato accertato stamani, dal batterio Campylobacter. Circa 150 sono arrivate al pronto soccorso di Pescara; 23 i bambini al momento ricoverati nel reparto di Pediatria. Ventitré le persone che si sono recate all’ospedale di Chieti (4 i bimbi ancora ricoverati) e una decina in quello di Atri, in provincia di Teramo.
Tutti i casi sono stati sottoposti a terapia reidratativa e antibiotica. Anche per coloro che hanno scelto strutture sanitarie diverse dall’ospedale di Pescara è stato seguito il protocollo terapeutico stilato dall’azienda sanitaria del capoluogo adriatico, che ha gestito
l’emergenza.
Delle 17 coprocolture in corso nel laboratorio della Asl di Pescara sui campioni prelevati sui primi bambini arrivati in ospedale, 13 hanno già dato esito positivo al Campylobacter. I dati parziali, spiegano alla Asl, sono “già significativi”. I prelievi sono stati eseguiti su tutti i pazienti e le analisi, che richiedono tempo, sono tuttora in corso. La trasmissione del Campylobacter può avvenire per via orofecale e anche per via orale: liquidi, alimenti e, soprattutto, carne. L’analisi dei campioni prelevati sui pazienti e i risultati degli accertamenti in corso da parte dell’Istituto Zooprofilattico sul cibo sequestrato da Asl e Carabinieri del Nas nel centro di cottura che serve le mense scolastiche cittadine dovrebbero consentire di ricostruire la filiera alimentare e accertare l’origine della contaminazione. “All’attenzione degli investigatori – coordina le indagini la Procura di Pescara (pm Anna Benigni) – c’è il cibo distribuito ai bimbi nei giorni precedenti ai malori. La scorsa settimana nelle mense scolastiche sono stati serviti, tra l’altro, ortaggi e verdure, formaggi, uova, carne di bovino e di tacchino e tonno”.


