Teramo. “Ad oltre un anno da quando, per l’ennesima volta, emersero in tutta la loro gravità i problemi, non c’è ancora nessun tipo di progetto della Regione per la messa in sicurezza dell’acqua che viene data a 700mila persone”. Lo afferma il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, a margine dell’incontro “Acqua dal Gran Sasso: lo stato dell’arte”, che si è svolto a Teramo, sottolineando di aver scoperto, grazie a numerose richieste di accesso agli atti, altri quattro incidenti avvenuti nei laboratori del Gran Sasso, “tra cui un incendio piuttosto importante a giugno del 2016”. L’evento di oggi era finalizzato a fare un aggiornamento su tutte le novità che riguardano la questione della sicurezza di laboratori di fisica nucleare, tunnel e acquedotti.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati i documenti emersi durante un lungo ciclo di accessi agli atti presso tutti gli enti coinvolti. A seguire c’è stata un’assemblea per decidere le prossime tappe della mobilitazione per coinvolgere cittadini ed enti in iniziative volte alla tutela dell’acqua come bene comune. “Pensare che ci sia un sito sotterraneo sottoposto a direttiva Seveso in cui si stoccano più di 2.200 tonnellate di sostanze chimiche pericolose e che ci sia stato un incendio e nessuno è stato avvisato la dice lunga – affermano gli attivisti – Lo stoccaggio è irregolare, perché vietato, già con legge del 1988, vicino ad acque e sorgenti. Dai nostri approfondimenti è emersa una concatenazione di inadempienze e irregolarità di una gravità inaudita”. “Nonostante questo – concludono – si continua come se nulla fosse. La Giunta regionale non ha né approvato né adottato la carta di salvaguardia delle acque potabili sotterranee, obbligatorio per legge dal 2006”.


