Francavilla. Ultime parole dell’uomo“Chiedo perdono a tutti”. Queste le ultime parole pronunciate da Fausto Filippone prima di buttarsi dal viadotto della A14. Più volte ha chiesto ai poliziotti se la moglie fosse viva e loro hanno sempre detto di sì sperando che servisse a farlo desistere. Oltre a chiedere scusa, l’uomo ha ripetuto più volte di non avere alternative. All’arrivo degli agenti l’uomo aveva appena gettato di sotto la figlia ed è stato recuperato un attimo prima che anche lui saltasse nel vuoto.
Ricostruzione della tragedia Uccide la figlia e poi si lascia andare nel vuoto morendo sul colpo dopo essere rimasto sette ore appeso sul bordo di un viadotto della A14, a Francavilla al Mare (Chieti) da dove aveva gettato la bambina, di 10 anni. Sotto il corpo della ragazzina, esanime, come il medico legale aveva potuto già constatare. Fausto Filippone, 49 anni, dirigente della ditta Brioni, muove i fili di una tragedia familiare che inizia a Chieti Scalo. Da un balcone precipita la moglie di Filippone, Marina Angrilli, 51 anni, classe ’67. Dal terzo piano di un palazzo di Chieti Scalo, dove la coppia, che viveva a Pescara, era andata per un sopralluogo in un appartamento di proprieta’, con l’intenzione di affittarlo agli studenti. Muore dopo la corsa in ospedale per le gravi lesioni riportate. La donna, soccorsa da alcuni condomini, e’ morta dopo poche ore all’ospedale di Chieti. Nel frattempo Filippone e’ tornato a Pescara, ha prelevato la figlia Ludovica di 10 anni. Dopo averle promesso una sorpresa, l’uomo ha imboccato la A14 in direzione di Bari. In corso la ricostruzione della dinamica della caduta. Tra le ipotesi quella di un femminicidio. Lei insegnante di lettere al liceo scientifico di Pescara, il Leonardo Da vinci, lui dirigente della ditta Brioni. Sposati dal 2006 – lui reduce da un precedente matrimonio – Fausto e Marina sono descritti da chi li ha conosciuti come persone serie e riservate. Una tragedia che, per ora, non ha spiegazioni. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore di Chieti, Lucia Campo, che con ogni probabilita’ disporra’ le autopsie su corpo della bambina e della madre. Tutto si svolge rapidamente, in una domenica di ordinaria follia. Le notizie si intersecano. Arrivano le immagini di lui abbarbicato fuori dal parapetto del viadotto aggrappato a una rete. Arriva la polizia che lo fa desistere dal tentativo di lanciarsi. Arriva un ‘mediatore’ poi anche la sorella. Si cerca di far rientrare l’uomo. Si tratta. Le ore passano. Subito si vede il corpo della bambina nel fondo del viadotto a 30-40 metri. Il medico è in grado di constatare che è morta sul colpo. Lui non vuole che nessuno si avvicini al corpo della figlia. ‘Scusa scusa’, urla a intervalli. Intanto arrivano i cronisti e le telecamere. Le immagini sono agghiaccianti. Arriva la notizia della donna morta dopo la caduta del balcone. Si ricostruiscono le loro identità e si comincia a capire la dinamica di una serie di eventi drammatici concatenati uno dentro l’altro. Tutto inizia intorno alle 13,30. Chi passa a quell’ora sul viadotto dà l’allarme. Per tutto il giorno l’area è un continuo viavai di curiosi. Le piccole strade di campagna sono bloccate a causa delle tante automobili presenti. Persone cercano di raggiungere la zona a piedi. Ci sono tanti ragazzi, anziani, famiglie con figli piccoli. C’è chi scatta foto, chi fa video e chi fa dirette sui social. Ci sono addirittura dei ragazzini che, in bici, riescono ad avvicinarsi al punto in cui si trova il corpo della piccola. Per le forze dell’ordine è un continuo richiamare ed allontanare i curiosi, che chiedono di sapere, di vedere. Alcuni si confrontano su come andrà a finire, altri si informano su chi sono le persone coinvolte. Sette ore di attesa lunghissime, di interminabili trattative con le forze dell’ordine. Poi alle 20 l’uomo si getta. Stavano allestendo in telone gonfiabile ma Filippone muore sul colpo. La caduta della moglie è avvenuta dal secondo piano. Nessuno dei condomini, dalle testimonianze raccolte finora, avrebbe visto il copro precipitare nel cortile da un’altezza di circa 10 metri ma alcuni hanno sentito un urlo. Circa due mesi fa l’uomo aveva perso la madre, si è appreso. La zona è impervia. L’uomo, secondo quanto ricostruito, voleva lanciarsi da subito. Poi è stato fermato. “Scusa scusa”, ha ripetuto più di una volta. Frasi sentite a 30 metri da sotto il viadotto della A14, in contrada Vallemerlo a Francavilla al Mare. La figlia Ludovica e la mamma non ci sono più da ore. Lui decide e si lancia. Sconvolta un’intera comunità. Sia alla Brioni dove i dirigenti non vogliono parlare sia al liceo dove insegnava Marina Angrilli.
Brioni, uomo dirigente modello: Fausto Filippone era un dirigente della società Brioni SpA che in serata ha diffuso una nota sulla tragedia. “Brioni, appresa la tragica notizia, si stringe sconcertata con tutti i suoi collaboratori alla famiglia di Fausto Filippone. Da anni impiegato nell’azienda – si legge nella nota – Filippone è stato protagonista di un percorso di crescita professionale continuo, conquistando la stima e l’affetto di dirigenti e collaboratori. Il suo lavoro, svolto sempre con grande professionalità, ne aveva determinato recenti positivi sviluppi di carriera. Di fronte a tale tragedia, l’azienda e i suoi dipendenti si chiudono in un rispettoso silenzio”.