L’Aquila. Protesta del Movimento Cinque Stelle davanti a Palazzo dell’Emiciclo, dove è in corso la seduta del Consiglio regionale. Due fantomatici Mazzini e Garibaldi, eroi dei due mondi, chiedono di incontrare il senatore-governatore Luciano D’Alfonso, a loro dire “re delle due poltrone”. Ieri, nel corso di una conferenza stampa, il Movimento 5 Stelle aveva annunciato un ricorso al Tribunale ordinario di L’Aquila sulla presunta incompatibilità del presidente della Regione Abruzzo e senatore Luciano D’Alfonso, dopo che “la Giunta per le elezioni ha, purtroppo, espresso un giudizio politico e non oggettivo contro i dettami costituzionali”.
I pentastellati sottolineano di aver presentato il ricorso, affinché “questa pantomima del presidente-senatore finisca e si permetta agli abruzzesi di tornare al voto per decidere del proprio futuro”. La scelta della Giunta per le elezioni, convocata dal presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, proprio su richiesta del M5s, secondo i pentastellati è “dettata dall’ appartenenza partitica piuttosto che dalla funzione istituzionale a cui erano chiamati i suoi componenti, nello specifico, quelli di maggioranza”. “L’incompatibilità che la Giunta per le elezioni, grazie ai fedelissimi del presidente-senatore, non ha riconosciuto, è sancita dall’art. 122 della Costituzione e dal Regolamento del Consiglio Regionale”. “Normative e pareri tecnici che contrastano nettamente con l’atteggiamento dell’incompatibile presidente-senatore che si ostina nella sua posizione, anche a costo di umiliare l’Abruzzo davanti ad un’intera nazione”. I pentastellati parlano di “deliberata volontà di relegare la nostra regione ad una condizione di immobilismo istituzionale” e sottolineano che “si tratta di uno strano tipo di immobilismo che colpisce il consiglio regionale quando dovrebbe prendere in favore degli abruzzesi, ma non ferma la corsa alle nomine e/o assunzioni dell’ultima ora nel tentativo di imporre gli uomini del presidente nelle posizioni strategiche”.