L’Aquila. “Paura? No, assolutamente no”. Così risponde l’assessore alla programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, alle domande dei giornalisti in merito alla busta con all’interno un proiettile fatta recapitare alla sua segreteria all’Aquila lo scorso venerdì 4 maggio. E sull’ipotesi scorta: “Non ne ho la minima idea. Spero ovviamente di no – ha risposto Paolucci ai cronisti a margine della conferenza stampa di presentazione dei nuovi posti letto nel riordino della rete extraospedaliera – non sono valutazioni che faccio io e sono ragionevolmente fiducioso che il lavoro che si sta portando avanti è tale da far proseguire quegli accertamenti in modo sereno”. E aggiunge: “Credo di non aver bisogno della scorta ma sono valutazioni che non sono alla mia attenzione. L’auspicio e la speranza è che non ce ne sia assolutamente bisogno”. Paolucci ribadisce che si tratta di un “gesto di uno sconsiderato e individuale che in qualche modo richiama qualche tema puntuale della sanità”, sottolineando che la questione “è sul tavolo di verifiche e accertamenti”. “Certo quella della sanità – dice Paolucci – è una materia complicata da governare. È un settore di una complessità tale che scatena emozioni e pulsioni. C’è tanta sensibilità attorno al tema della sanità, materia complessa da gestire da comunicare e da governare e quindi a volte le tensioni si amplificano”. L’assessore, invitando a “non accomunare il gesto individuale al tema del riordino rete ospedaliera”, richiama però “all’utilizzo più appropriato del linguaggio, soprattutto di sostantivi e aggettivi, quando si trattano temi di sanità da parte di chiunque abbia un ruolo, istituzionale e non”. “Nel passato non ho ricevuto altre intimidazioni – afferma Paolucci rispondendo ancora ai cronisti – a volte qualche protesta con toni eccessivi alimentati da questi aggettivi e sostantivi usati a sproposito ma non paragonabili a un evento di questa portata”.
“Il riordino e la programmazione attorno alla sanità dovrebbe essere intanto spiegata perché non c’è stato nessun taglio e nessun ospedale ha chiuso invece per quattro anni raccontiamo che ci sono delle chiusure e questo avviene perché a mio avviso c’è un corto circuito nel quale si fa una comunicazione su emozioni negative e, in quanto più potenti di quelle positive, qualcuno può pensare di
poterne raccogliere consenso maggiore nel breve periodo. E questo è un errore perché il governo della cosa pubblica tocca a turno alle varie formazioni”. “Non si è chiuso assolutamente nulla semmai – dice Paolucci – si cerca di disegnare il novero dei servizi a disposizione della sanità a seconda dei nuovi fabbisogni: oggi abbiamo più fabbisogno di reti extraospedaliere che fanno fronte alle fragilità rispetto alle reti per acuti perché quando si nasceva nel ’77 non si facevano le ecografie. Oggi un farmaco ti libera dall’epatite C. Quindi la sanità è una cosa diversa da quella degli anni ’50 quando i presidi ospedalieri supplivano una presenza laddove non c’erano i 118, oggi dei pronto soccorso ambulanti”.
In particolare, dalla pubblicazione del bando, ci saranno 15 giorni di tempo per poter presentare la domanda. Le autorizzazioni, è stato spiegato in conferenza stampa, verranno rilasciate in base all’ordine cronologico delle istanze con diritto di prelazione per le strutture in zone disagiate e accreditamento di tre anni. Per quanto riguarda le caratteristiche, quella principale è la distanza di 60 minuti dai
presidi di pronto soccorso. Alla base dei nuovi 1.406 posti letto della rete extraospedaliera privata, “il potenziamento dei territori disagiati”. “Questi – spiega ancora l’assessore Paolucci – sono ulteriori posti letto che vanno a completare i fabbisogni carenti”. “In questi quattro anni – aggiunge – abbiamo riordinato tutte le reti e ora gli atti andranno a confluire in un testo unico ricognitivo che raccoglierà tutte le delibere”.