L’Aquila. Gli agenti della polizia di stato hanno eseguito su ordine del prefetto dell’Aquila un’espulsione di un cittadino extracomunitario per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello stato. Si tratta di N.H., 51enne di nazionalità marocchina, residente all’Aquila nella frazione di San Gregorio, con piccoli precedenti per diffamazione e possesso di sostanza stupefacente, nei confronti del quale è stata eseguita un’espulsione con accompagnamento coattivo alla frontiera aerea di Fiumicino nella giornata di ieri. Da un’accurata attività investigatiuva condotta dalla D.I.G.O.S., diretta dal vice questore Antonio Bocelli, è emersa una copiosa quantità di indicatori di radicalizzazione religiosa in atto, di natura jihadista, sebbene non sia stato rilevata alcuna adesionne del soggetto a soldalizi terroristici di alcun genere.
Lo stesso provvedimento è stato disposto nei confronti del figlio, N. A., di nazionalità marocchina, con precedenti per spaccio di sostanza stupefacente e furto, denunciato dalla D.I.G.O.S. per aver falsificato la documentazione fiscale per il rinnovo del permesso di soggiorno, ritenuto anche quest’ultimo una persona socialmente pericolosa per la condivisione dell’ideologia jihadista. Nei confronti del figlio, inoltre, il questore dell’Aquila ha proceduto alla revoca del titolo di soggiorno e alla sua espulsione verso il Marocco, avvenuta lo scorso 11 aprile, dopo un breve periodo trascorso presso il CPR di Brindisi – Restinico. L’attività investigativa ha consentito di evidenziare una serie di elementi dai quali è emersa una chiara adesione ai principi più radicali della religione islamica, con possibili derive di natura jihadista da parte del citato N.H. e del figlio dello stesso, N.A. Oltre a numerosi video marcatamente anti occidentali e di natura “complottista” in relazione all’attentato alle Torri Gemelle. Entrambi i cittadini, negli ultimi anni, erano stati allontanati dai Centri Culturali islamici di Avezzano e L’Aquila, per la loro condotta estremamente radicale, sfociata anche in aggressioni fisiche. Le risultanze investigative hanno evidenziato, quindi, una spiccata tendenza alla adesione al radicalismo jihaidista, che, allo stato, non manifesta contatti diretti con sodalizi terroristici di matrice islamica, pur evidenziando la chiara pericolosità sociale dei due cittadini marocchini e l’allarme sociale dagli stessi creato.