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Imbrattata la targa in ricordo di Sergio Ramelli nel 43esimo anniversario dell’assassinio

Redazione Centrale di Redazione Centrale
30 Aprile 2018
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Chieti. Il Censorino Teatino “denuncia un incomprensibile atto vandalico contro la “cosa” pubblica e di intolleranza politica nella città di Chieti. Ieri, in occasione del 43esimo anniversario della morte del martire degli Anni di Piombo Sergio Ramelli, i presenti alle 15.00, alla cerimonia di commemorazione, hanno trovato imbrattata la targa in sua memoria alla Villa Comunale. I primi a scoprire l’accaduto, sono stati i militanti di Gioventù Nazionale di Chieti, organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia che all’arrivo al Belvedere Ramelli alla Villa Comunale hanno trovato la targa imbrattata da una tavoletta di legno incollata con scritto sopra “piazza 1” ed il simbolo anarchico della “A” cerchiata.  Ripulita alla meno peggio la targa dal silicone con un raschietto, la commemorazione è potuta andare avanti con la deposizione di un mazzo di fiori e con la lettura della tragica vicenda umana di Sergio Ramelli.

“Ma nonostante, la pulizia, permangono dei segni dell’atto vandalico compiuto contro un giovane che sia da vivo che da morto, non ha mai potuto riposare in pace, a causa di chi ha voluto infangare la sua memoria. Chi ha compiuto tali gesti, dovrebbe avere una rivoluzione di coscienza e ravvedersi, poiché non solo ha mancato di rispetto alla memoria di una persona defunta e questo è un grave segno di inciviltà, ma ha finanche creato un danno economico alla collettività, perché la targa fu messa dall’Amministrazione Comunale nel 2002, quando intitolò il belvedere di fronte la Casina dei Tigli al giovane militante missino scomparso il 29 aprile 1975”.
Ma chi era Sergio Ramelli? Sergio Ramelli è un giovane martire degli Anni di Piombo, militante diciannovenne milanese, iscritto al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, assassinato da appartenenti di Avanguardia Operaia, a cui la città di Chieti ha intitolato il belvedere davanti la Casina dei Tigli alla Villa Comunale.
La sua aggressione avvenuta a tradimento sotto casa con delle chiavi inglesi che gli hanno fracassato il cranio e gli atti intimidatori e persecutori che sono stati compiuti da parte degli avversari politici  contro la sua famiglia che gli hanno finanche reso difficoltoso avere un degno funerale, hanno scritto una delle pagine più vergognose degli Anni di Piombo in Italia.
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