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A Pasqua e Pasquetta boicottiamo i centri commerciali, la sfida di Rifondazione Comunista

Roberta Baldassarre di Roberta Baldassarre
31 Marzo 2018
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Anche a Pasqua e Pasquetta ci saranno in tutta Italia centri commerciali aperti e lavoratrici e lavoratori sfruttati che non possono trascorrere festività con i propri familiari e amici. Grazie alla totale deregulation approvata durante il governo Monti nel 2012 con il voto di centrodestra e centrosinistra la grande distribuzione può aprire 365 giorni l’anno. La “liberalizzazione” non è segno di modernità e di chissà quale presunto progresso a cui bisogna per forza adeguarsi visto che in Francia, in Germania e nella maggior parte dei paesi europei vige il principio dell’apertura domenicale e festiva per deroghe e comunque una regolamentazione ragionevole per tutelare lavoratori, piccolo commercio e consumatori. La liberalizzazione selvaggia delle aperture nel settore del commercio è stata un regalo alla grande distribuzione che ha consentito alle imprese della gdo di spremere i lavoratori e di fare strage degli esercizi di vicinato che non possono competere. Nessun risultato sul piano della riduzione dei prezzi ma perdita del diritto al riposo e alla festa per lavoratrici e lavoratori, nonché ulteriore desertificazione dei nostri centri abitati. Il far west del commercio è uno dei tanti esempi delle antisociali politiche neoliberiste condivise da centrodestra e centrosinistra. Quel che conta è il profitto e si può aprire non solo tutte le domeniche ma anche il 25 aprile, il Primo Maggio, a Pasqua e Pasquetta. Abolire “liberalizzazione“ del commercio e leggi che hanno precarizzato lavoro, fermare dilagare grande distribuzione, restituire vita a città e paesi non è impossibile. I consumatori possono essere accontentati con una turnazione delle aperture regolamentata sulla base delle esigenze territoriali e salvaguardando diritti di chi lavora. A Pasqua e Pasquetta è stato dichiarato lo sciopero della grande distribuzione in 5 regioni.

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