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Un inceneritore in Abruzzo per bruciare rifiuti altrui?, Mazzocca: ci opporremo, rivedere l’aiuto a Roma

Redazione Centrale di Redazione Centrale
21 Marzo 2018
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L’Aquila. “Probabilmente qualcuno starà pensando di risolvere i problemi altrui, penso ad esempio a Roma Capitale, con il tentativo di insediamento di un inceneritore in Abruzzo che serva ad altri. Noi questo rischio lo sventeremo in tutti i modi”. Così il sottosegretario della Regione Abruzzo con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca, a proposito dell’impugnazione, da parte del Governo, del nuovo Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti. Il fine del provvedimento del Governo, secondo Mazzocca, “probabilmente è altro”, perché “questo famigerato decreto inceneritori viene sostanzialmente smascherato dall’attività che l’Abruzzo ha fatto nell’evidenziare l’impossibilità di realizzare un impianto di incenerimento in regione, non solo per questioni tecniche e ambientali, ma soprattutto per motivi di natura economica e finanziaria. Cioè – sottolinea – il gioco non vale la candela nel momento in cui la produzione dei rifiuti da
incenerire si è abbassata ulteriormente e non arriva alle 30mila tonnellate annue”. “Sventeremo il rischio inceneritore in tutti i modi – aggiunge – iniziando ad opporci, poi ridisponendo la richiesta di modifica del decreto a norma di legge, che va fatta entro il 30 giugno di ogni anno e che l’anno scorso non ci fu approvata semplicemente perché mancava un piano approvato. Adesso il piano approvato c’è”.  “Proporrò alla Giunta una riflessione sulla questione dei rifiuti provenienti da Roma Capitale, per valutare se ci sono ancora le condizioni o se è il caso di sospendere la decisione presa a fine anno”. “Se il Governo ci impone una soluzione che tende a farci ospitare il quadruplo dei rifiuti – osserva Mazzocca – è evidente che c’è qualche altra esigenza. Voglio quindi stimolare una riflessione, per capire se ci sono ancora le condizioni per mantenere in essere quella decisione doverosamente presa nei confronti di Roma Capitale. Sono comunque tenuto a salvaguardare la mia comunità nel momento in cui ci dicono che dobbiamo realizzare un inceneritore”.

“Ci opporremo in ogni modo a questa decisione di impugnare il nostro nuovo Piano di gestione dei rifiuti quando ciò avverrà, perché per ora il Consiglio dei ministri ha dato mandato all’avvocatura dello Stato di procedere”. Lo annuncia il sottosegretario della Regione Abruzzo con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca, dopo l’impugnazione da parte del Governo del nuovo Piano regionale di
gestione integrata dei rifiuti. Nel corso di una conferenza stampa, Mazzocca afferma che “noi ci prepareremo per evidenziare le nostre ragioni che sono dell’Abruzzo e della nostra comunità e che sono state vilipese da questo atto del Consiglio dei ministri. Un atto che si basa su un documento istruttorio del funzionariato del Ministero dell’Ambiente, scarso, e non si basa su dati concreti, perché evidentemente alcune carte che noi gli abbiamo mandato non sono state neanche lette”. Ricordando che il Piano “è stato concepito attraverso nove tavoli di concertazione e 44 assemblee pubbliche su tutto il territorio”, il sottosegretario auspica che il presidente di Regione, Luciano D’Alfonso, ormai senatore, “quando presenteremo l’impugnativa in Giunta la voti e la sostenga con tutte le sue possibilità”. Mazzocca, che ieri aveva parlato di “fuoco amico”, critica anche un documento inviato dal Comune di Pescara al Consiglio dei ministri relativo alla realizzazione di un impianto nel capoluogo adriatico. Una lettera, è stato sottolineato, di cui il sottosegretario non era al corrente, di cui è stato informato solo dopo la decisione del Consiglio dei ministri. Presente in conferenza anche il dirigente del servizio Gestione rifiuti della Regione, Franco Gerardini, il quale sottolinea che “dare questi giudizi così poco riconoscenti su uno sforzo che sta facendo la regione fa pensare davvero ad un ministero che sta tra le nuvole. E’ una forzatura nei nostri confronti”. Gerardini spiega cosa, tecnicamente, viene contestato: “Il primo – dice – è un aspetto procedurale. Ci viene contestato che c’è bisogno di un atto amministrativo che approvi il piano e non di una legge. Un problema che secondo me si può chiarire. L’altro aspetto, il più grave, è che ci si impone di conformarci al Dpcm dell’agosto 2016 che prevede l’inceneritore in Abruzzo”. “In realtà – sottolinea il dirigente – lo stesso Dpcm, all’articolo 6, prevede che, in presenza di approvazione di una nuova pianificazione, si possa chiedere la
modifica dello stesso Dpcm, quindi avere approvato un piano è il presupposto per poter chiedere la modifica. Il fatto di dire che oggi ci dobbiamo conformare è in contrasto con il fatto che si prevede che si possa cambiare il Dpcm attraverso una nuova pianificazione”. “Ci dicono, poi – prosegue – che non abbiamo attivato iniziative di prevenzione, di riduzione della produzione dei rifiuti, che non abbiamo applicato la gerarchia europea, che portiamo troppi rifiuti in discarica. In realtà, per quanto riguarda i rifiuti in discarica, recuperiamo un flusso che va fuori regione con l’autosufficienza al 2019, quindi aumentano un po’ per questo motivo. Sulla prevenzione abbiamo attivato iniziative sull’autocompostaggio, sui mercati del riuso, sui centri del riuso. Ci sono iniziative in corso sul territorio con finanziamenti anche cospicui”. “Il Piano, inoltre – dice ancora – contiene in allegato il programma di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti. Che non abbiamo applicato la gerarchia europea non è vero perché noi diciamo che, siccome non prevediamo l’inceneritore, se c’è un rifiuto residuo, questo residuo lo conferiamo in discarica, per la quale non c’è un obbligo di percentuale da rispettare. Questo è un Piano che tiene conto dell’aumento del riciclo: in regione ormai oltre la metà dei comuni ha superato il 65%,
tutti stanno implementando i servizi domiciliari di raccolta differenziata”. Presenti alla conferenza anche le associazioni ambientaliste Wwf e Legambiente che hanno annunciato per domani una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 nella sede di Legambiente, a Pescara.

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