L’Aquila. “Anch’io fui uno di loro, lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano accolto come un fratello, nelle loro case, la sera del 24 marzo del 1944”. Sono le parole pronunciate nel 2001 dal Presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi, durante la prima edizione del “Sentiero della Libertà”. Una marcia tra memoria e testimonianza che giunge alla diciottesima edizione e che si svolgerà dal 27 al 29 aprile. Il Consiglio regionale dell’Abruzzo tramite l’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea (IASRIC) sostiene annualmente l’evento e oggi, a Palazzo dell’Emiciclo, ha ospitato la presentazione della manifestazione.
Tre tappe accompagneranno i partecipanti in un percorso che ripercorre i passi degli uomini e delle donne che nel settembre del 1943 fuggirono dal campo di concentramento tedesco di Sulmona per raggiungere l’armata inglese del generale Montgomery dislocata a Casoli. Maria Rosaria La Morgia, presidente dell’Associazione culturale “Sentiero della Libertà” e la sua vice, Adelaide Strizzi, hanno inoltre presentato il convegno “La Resistenza Umanitaria” che si terrà presso l’Archivio di Stato di Sulmona il prossimo sabato 17 marzo: interverranno il prof. Ruggero Ranieri, esperto di storia contemporanea e il dott. Enzo Fimiani, storico e direttore della biblioteca “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara. A fine convegno i partecipanti avranno l’inedita possibilità di visitare il “Campo 78”, uno dei campi di concentramento insediati in Abruzzo dall’esercito tedesco durane la seconda guerra mondiale. “La ricchezza degli eventi promossi quest’anno – ha detto il presidente IASRIC, Carlo Fonzi – tende a dare vita e sostanza alla storia, materia troppo spesso ‘cenerentola’ dell’insegnamento scolastico. Sporcarsi le scarpe sulle strade della memoria e rivivere la fatica e la tensione di quel piccolo esercito di prigionieri che nel ’43 si mise in marcia verso la libertà è un buon modo per fare esercizio di verità ed efficace antidoto ai troppi tentativi di recupero di vecchie fantasie estremiste che rischiano di farsi strada in menti poco allenate alla comprensione dei fatti storici.