L’Aquila. Non accenna a placarsi la polemica scoppiata tra L’Aquila e Pescara, la città adriatica rivendica lo spostamento del capoluogo votandolo in consiglio comunale. La rivalità tra il centro montano è quello costiero è storica, in molti dopo il sisma dell’Aquila avevano parlato di scippi alla città in favore di Pescara e della costa. Ma ora quelle che sembravano supposizioni sembrano concretizzarsi. “A quelli che ancora inzuppano velenosamente il pane in questa storia del capoluogo e mi chiamano in causa, adesso lo dico una volta per tutte. Nessuno mi ha mai regalato niente, dai 20 anni in poi sono cresciuto senza il conforto di una madre, da ragazzo per avere qualche lira in tasca ho fatto lo spazzino e l’operaio, il manovale e il garzone di bottega. Ogni carica politica l’ho azzannata con i voti e il consenso della gente. Il 6 aprile 2009 ho respirato fino in fondo l’odore della polvere e la puzza di gas, ho dovuto riconoscere sorelle e fratelli caduti, ricacciare indietro le lacrime per sembrare più forte e confortare una comunità che rischiava di scomparire. Per sette mesi ho fatto la doccia in un container e ho dormito fino all’ultimo giorno in una tendopoli. Ho fatto guerra a governi di ogni colore e digiunato per reclamare soldi per la ricostruzione. Ho passato notti insonni, ho sofferto e pianto di nascosto. Perciò nessun ciarlatano mi venga a insegnare come si ama e si difende questa terra: lo so meglio di ognuno di voi, politicanti da strapazzo”. Questo il lungo sfogo su Facebook del primo cittadino dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
Le reazioni del mondo politico regionale e nazionale
Sulla questione, che oramai va avanti da giorni, è intervenuta la politica regionale e anche quella nazionale. La polemica è stata innescata in merito alla Nuova Pescara e sollevata dalle dichiarazioni di Enzo Cantagallo, ex sindaco ed attuale segretario cittadino di Montesilvano e Giacomo Cuzzi, assessore al comune di Pescara. Per i quali il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci ha chiesto l’espulsione dai democratici.
“Il tema della sede del capoluogo di regione non è all’ordine del giorno. Si tratta di un dibattito generato da pensieri etilici, che mira a svellere l’attenzione dall’obiettivo reale, chiesto dai 62.348 cittadini che hanno votato sì al progetto di fusione” scrive D’Alfonso sui social, cercando di placare gli animi in seno al Pd.
“Pescara è già il capoluogo di Regione. Lo è nella sostanza dei fatti, anche se non nella forma”, risponde il consigliere regionale Lorenzo Sospiri. “Pescara la più grande città d’Abruzzo, ha maggiori bisogni con 200mila e oltre abitanti, di quei bisogni di una città di 60mila. Non è possibile definire etiliche le decisioni del Consiglio Comunale del maggior capoluogo d’Abruzzo. Se Alessandrini vota contro la sua città vuol dire che non ha evidentemente una visione del futuro sulla Nuova Pescara”.
La replica a Sospiri arriva direttamente dal vicesindaco dell’Aquila Guido Quintino Liris. “Pescara capoluogo non ha né avrà motivo d’essere, non ci sono le condizioni politiche né amministrative. Nell’ultimo Consiglio comunale, che ha visto maggioranza e minoranza votare unite un documento, la città dell’Aquila ha dato uno schiaffo morale importante al Consiglio comunale di Pescara, dimostrando la diversa caratura. Siamo e saremo il capoluogo non perché siamo andati a contare il numero degli abitanti, o a unire più territori per fare una città più grande, ma perché l’attuale capoluogo è già grande: per storia, per percorso, per qualità politica e amministrativa e non c’è nulla da dimostrare ancora alla Regione Abruzzo. La provincia dell’Aquila da sola copre più di metà della regione: gestirla a livello di sanità, servizi e trasporti non è la stessa cosa rispetto a zone come quelle costiere che sono vicine e non hanno le nostre stesse difficoltà. Un esponente del Pd, Enzo Cantagallo, voleva far saltare l’operazione Nuova Pescara: questo la dice lunga sul fatto che Montesilvano e Spoltore non siano così felici di finire fusi e confusi”.
“Il capoluogo della Regione Abruzzo deve rimanere L’Aquila” ha dichiarato Giorgia Meloni. “Bassi interessi elettorali”, li ha definiti il sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli: “Purtroppo la politica, pur di guadagnare un voto, mette a rischio il delicato equilibrio che c’è nella nostra regione”. Per la senatrice aquilana del Pd Stefania Pezzopane, “discutere L’Aquila come capoluogo è contro la storia e contro la legge”. Federica Di Marzio