Giulianova. Sarà effettuata, con molta probabilità, oggi l’autopsia sul cadavere rinvenuto a Tolentino per confermare o smentire se possa trattarsi di Renata Rapposelli. Solo l’esame del Dna potrà dare la certezza che il corpo in avanzato stato di decomposizione rinvenuto venerdì nelle campagne di Tolentino è quello della pittrice anconetana di 64 anni, di cui si sono perse le tracce dal 9 ottobre, quando andò a trovare a Giulianova (Teramo) l’ex marito Giuseppe Santoleri e il figlio Simone, indagati dalla Procura di Ancona per omicidio. Ma gli inquirenti – al caso stanno lavorando i carabinieri di Ancona, di Teramo e ora anche quelli di Macerata – propendono ormai per questa ipotesi. Il corpo è sfigurato e irriconoscibile. A collegarlo alla pittrice scomparsa sono una ciocca di capelli biondastri (come quelli di Rapposelli) rinvenuta sul cadavere, una collanina con una croce a forma di tau e un orologio, estratti dal fango e che saranno mostrati all’ex marito e al figlio, in attesa di essere interrogati martedì ad Ancona.
Altri elementi verranno dall’esame, domani da parte del medico legale Antonio Tombolini, della mandibola e, appunto, del Dna, che sarà confrontato con quello della figlia di Renata, mentre secondo fonti investigative i resti degli indumenti non sarebbero utili alle indagini. Gli investigatori di Ancona poi attendono risultati anche dagli accertamenti tecnici in corso su 5 telefoni cellulari appartenenti ai Santoleri, su un pc portatile e su una pen drive. Elementi che saranno utili a definire il quadro dei rapporti fra i tre e soprattutto per ricostruire gli spostamenti del 9 ottobre, quando Renata – secondo il racconto dei due – sarebbe arrivata a Giulianova intorno alle 13 e, dopo una discussione su problemi di natura economica, sarebbe ripartita poco prima delle 14 con Giuseppe a bordo dell’utilitaria dall’uomo, diretta a nord, lungo la SS 16 Adriatica. Giuseppe ha raccontato di averla lasciata a un paio di km da Loreto. Da allora lui non l’avrebbe più vista. A denunciare la scomparsa sono stati alcuni amici anconetani della pittrice, vicina a gruppi di preghiera. Le due inchieste, quella della Procura di Ancona per omicidio e quella della Procura di Macerata che procede contro ignoti sono separate, ma saranno unificate se viene accertato che il corpo è quello di Renata e la competenza territoriale potrebbe cambiare. Molti gli interrogativi ancora da sciogliere: oltre alla data e alla causa della morte, c’è il fatto che la zona dove è stato rinvenuto il cadavere è lontana da Ancona e Loreto, per arrivarci dalla SS16 bisogna addentrarsi nell’entroterra maceratese partendo da Civitanova Marche. Si tende ad escludere il suicidio: fonti investigative fanno notare che quel luogo, in contrada Pianarucci, nascosto e lontano dall’abitato, si può arrivare solo con la macchina. Quindi, la donna che non ha ancora ufficialmente un nome non è arrivata lì da sola e chi ce l’ha portata poi è ripartito.