L’Aquila. “Non c’è nulla da gioire, è un risultato tragico. Significa semplicemente che il disavanzo della Regione, che D’Alfonso chiama erroneamente debito, verrà spalmato sui prossimi 20 anni”. Così Domenico Pettinari, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, commenta le dichiarazioni del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso e dell’assessore al Bilancio, Silvio Paolucci, che hanno definito “un giorno storico” l’inserimento della cosiddetta norma Abruzzo nella legge di bilancio dello Stato. Una norma che consentirà alla Regione di fronteggiare il debito ereditato al 31 dicembre 2014, in 20 esercizi successivi, rispetto al debito cristallizzato dall’apposita delibera della giunta regionale. “E’ una decisione scontata, già assunta dal Governo per altre Regioni – prosegue Pettinari – La realtà, invece, è che quel disavanzo, fotografato soltanto fino al 2014, oggi ha quasi raggiunto quota un miliardo di euro. Ciò significa che la Regione è tecnicamente fallita e che per il prossimo ventennio, ogni anno, l’Abruzzo dovrà versare una quota di 50 milioni di euro – nota il consigliere pentastellato – Sono tutti debiti che ricadranno sulle teste dei più giovani e anche dei nuovi nati, e che si tradurranno necessariamente in tagli ai servizi essenziali, ovvero trasporti, sociale e sanità”. Pettinari afferma che “un presidente serio dovrebbe presentarsi davanti ai cittadini e spiegare come stanno le cose, ammettendo che siamo messi male, che non sarà possibile effettuare investimenti per molto tempo e che si procederà a tagliare gli sprechi. Perchè proprio gli sprechi rappresentano la vera emorragia di danaro pubblico – conclude il consigliere regionale – Per non parlare della corruzione, che come dimostrano i dati in Abruzzo ha raggiunto livelli tra i più elevati d’Italia”.
“Questi annunci sono solo ‘dalfonsite’. Era una misura indispensabile, ma è semplicemente come diluire ulteriormente un mutuo, che comunque resta sulle nostre spalle”. Lo ha detto Gianni Chiodi, consigliere regionale di Forza Italia ed ex presidente della Regione Abruzzo, commentando le dichiarazioni del governatore Luciano D’Alfonso e dell’assessore al Bilancio Silvio Paolucci, che hanno definito “un giorno storico” l’inserimento della cosiddetta norma Abruzzo nella legge di bilancio dello Stato. Una norma che consentirà alla Regione di fronteggiare il debito ereditato al 31 dicembre 2014, in 20 esercizi successivi, rispetto al debito cristallizzato dall’apposita delibera della giunta regionale. “Si tratta di una norma indispensabile, che più volte sollecitai anche io in commissione, in realtà invocando un arco temporale di 30 anni – ha aggiunto Chiodi – D’altronde era chiaro che fosse necessario un tempo più ampio per ripianare il deficit e che i 7 anni iniziali fossero troppo pochi”. Secondo l’ex presidente della Regione, “il Governo ha atteso fin troppo prima di adottare questa misura”. A giudizio dell’esponente di Forza Italia, “serve ben altro per rimettere in moto l’economia abruzzese e in particolare occorrono politiche più serie ed efficaci, visto che mentre il resto del Paese è in ripresa, l’Abruzzo evidenzia i peggiori dati economici d’Italia, con il numero più elevato di imprese che chiudono. La verità – ha concluso Chiodi – è che la Regione non spende i fondi europei, non fa i bandi e non ha una strategia chiara”.