L’Aquila. “Chi non ci permette domani di giocare sono sia i nemici storici sia quelli che si erano dichiarati amici, persone che fanno finta di litigare solo quando le luci delle telecamere sono accese”. È un passaggio della dura lettera aperta letta nella tribuna dello stadio fattori dell’aquila, dai giocatori dell’Aquila Rugby Club, iscritta al campionato di serie A, sulla drammatica situazione del sodalizio, gravato da debiti e ridotte finanze per affrontare il torneo. Oggi, proprio nella città segnata dal terremoto del 6 aprile 2009,
nell’esordio in programma contro il Prato Sesto, a meno di miracoli dell’ultima ora L’Aquila Rugby, gloriosa società in passato dominatrice della scena nazionale, non si presenterà in campo. Secondo quanto si è appreso per un problema legato ai tesseramenti degli atleti. Il che vuol dire partita persa con quattro punti di penalizzazione e una multa di 4mila euro e risarcimento delle spese agli ospiti. E se il forfait si dovesse ripetere per tre gare, sarà decretata l’esclusione dal campionato. Per salvare e rilanciare i neroverdi è in corso un’azione avviata dal sindaco, Pierluigi Biondi, di sensibilizzazione nei confronti dell’imprenditoria. “Abbiamo più volte
dichiarato la nostra volontà di andare avanti, di sacrificarci pur di giocare il campionato e di dare alla società la possibilità di risollevarsi, ci siamo detti disponibili ad andare incontro alle loro difficoltà, ma a quanto pare questo non importa – si legge ancora nella lettera.
Abbiamo sentito dalle loro bocche parole come maglia, colori, impegno, sostegno, rugby, ma non sanno cosa significano, dette da loro sono parole vuote. A nessuno di loro interessa far rinascere il rugby aquilano, farlo crescere e essere un riferimento per tutti, interessano solo i lori piccoli affari. Vogliamo sapere da voi come si può pensare che la città dell’Aquila ‘tornerà a volare’ quando
noi giovani veniamo cacciati dalla nostra casa, quando ci si impedisce di lottare per il nostro futuro e il nostro sogno. Dite che i giovani sono il futuro, sappiate allora che oggi, 20 tasselli del vostro futuro non ci sono più”. Sono gravi le accuse degli atleti che pero’ non fanno ne’ nomi ne’ cognomi: “Per un mese ci siamo allenati credendo che c’erano persone che lavoravano per superare i problemi esistenti. Mentre noi preparavamo la partita di domani, loro facevano i loro squallidi intrighi, sotterfugi, accordi per garantirsi quel micropotere a cui tanto aspirano. Mentre ci raccontavano la favoletta, lavoravano per affossare il nostro futuro, le facce nuove che dovevano portare maggiore credibilità alla società ci hanno riempito di bugie, siamo grati alla sola persona che in più occasioni ci ha guardato in faccia e ha cercato di spiegarci quello che stava succedendo”