Sulmona. Si allarga il fronte delle indagini sul rogo del Morrone. Ieri i vigili del fuoco hanno trovato altri due inneschi: uno sarebbe partito ieri sera alle spalle della linea tagliafuoco realizzata nel territorio di Pratola Peligna. Situazione che ha spinto il procuratore della Repubblica Giuseppe Bellelli a intensificare le indagini con l’obiettivo di assicurare alla giustizia i responsabili accusati di disastro ambientale. Ieri Bellelli è tornato dopo una settimana sul fronte dell’incendio facendo un sopralluogo insieme a carabinieri della forestale e vigili del fuoco, ai piedi dell’eremo di Celestino V dove ieri è ripartito l’incendio che sospinto dal vento è arrivato a lambire le case delle frazioni pedemontane.
In totale sarebbero dieci gli inneschi recuperati, compresi quelli trovati sul versante di Prezza, mentre quattro trovati sul Morrone sono stati già refertati e sottoposti ad accurate analisi dai Carabinieri Forestali. Sui primi roghi appiccati sul Morrone una settimana fa sono stati già sentiti cinque testimoni, persone informate dei fatti che ben conoscono la montagna e non viene tralasciata nessuna pista. Il procuratore Bellelli è convinto che dietro gli incendi si nasconda un’unica mano. Intanto sono riprese da questa mattina le operazioni di spegnimento dell’incendio. Sul fronte del fuoco oltre 100 uomini tra alpini dell’esercito, vigili del fuoco e volontari della protezione civile mentre dal cielo operano due canadair e due elicotteri in attesa che arrivino quelli dalla Francia annunciati dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso.