L’Aquila. L’Abruzzo è oramai sotto attacco, gli incendi, per lo più di natura dolosa, stanno mandando in fiamme la regione verde, la regione dei parchi. Il rogo di Campo Imperatore aveva devastato gran parte del Parco Gran Sasso-Monti della Laga, mentre quello del Monte Morrone, non ancora domato, imperversa nel territorio del Parco della Majella. Un vasto incendio colpì anche la zona della Vallelonga nella Marsica. “Un’azione criminale mirata”, questo il commento a caldo del presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, giunto ieri a Tagliacozzo dove è stato appiccato l’ennesimo rogo. “Sono disegni criminali che vanno arginati con azioni decise”, ha aggiunto, “occorre investire in prevenzione e potenziare le strutture di emergenza”.
Al momento in Abruzzo i roghi ancora attivi sono dieci, gran parte dei quali in Provincia dell’Aquila. La situazione più drammatica resta quella della Valle Peligna, seguita poi dalla Marsica. Preoccupante è l’incendio del Monte Morrone che più volte ha lambito le abitazioni di Sulmona, in particolare le frazioni di Case Lupi e San Pietro, e quelle di Partola Peligna dove ieri è stata completata la linea tagliafuoco. A causa della vicinanza delle fiamme ai centri abitati l’aria è diventata irrespirabile e l’Arta ha attivato i monitoraggi. In Valle Peligna bruciano anche Prezza e Cocullo, mentre nel resto della provincia sono segnalati roghi a Pacentro, Carsoli ed in Marsica a Tagliacozzo e Marano dei Marsi. Nel teramano bruciano la montagna di Campli e Torricella Sicura, mente nel Chietino si segnala un rogo a San Giovanni Teatino. Preoccupa, inoltre, la situazione delle fiamme sul Monte Giano, che dopo aver devastato la pineta del ‘Dux’ sembrano dirigersi verso L’Aquila complici le alte temperature, il vento e la grande siccità che sta dando vita ad un’altra emergenza nell’emergenza. In montagna gli animali sono oramai straziati dalle fiamme e dall’assenza di acqua, molti sono morti bruciati. Ma è emergenza idrica anche nella zona del vastese dove sarà dichiarato lo stato di emergenza nazionale poiché la riserva di acqua della diga di Chiauci sembra essersi quasi esaurita.
Un grande dispiegamento di uomini e mezzi sta lavorando per spegnere i vari punti di fuoco, in campo oltre ai canadair e un elicottero speciale ci sono i vigili del fuoco, la protezione civile, i volontari e un corpo speciale dell’esercito. @fededimarzio84