Chieti. Il Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila ha confermato in via definitiva per Fabrizio Pellegrini il pianista affetto da fibromialgia finito in carcere a Chieti nel 2016 per aver coltivato piante di cannabis per curarsi la detenzione domiciliare, con ordinanza depositata il 13 aprile a scioglimento della riserva assunta all’udienza del 4 aprile. Lo rende noto l’avvocato Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi, commentando “si tratta di un precedente storico”. “Fondamentale nella motivazione dell’ordinanza il riconoscimento del valore terapeutico della cannabis spiega Di Nanna citandone il testo ‘Bisogna precisare che la cannabis viene utilizzata a fini terapeutici, essendo affetto da fibromialgia’.
Quindi prosegue Di Nanna il Tribunale, presieduto da Maria Rosaria Parruti, ha ritenuto ‘di poter compiere una prognosi positiva in favore del condannato'”. “Se Fabrizio non torna in carcere, dove avrebbe avuto ben poche possibilità di sopravvivenza, è merito anzitutto della Magistratura continua Di Nanna nella nota che con lungimiranza ha operato una netta distinzione sulle finalità della sostanza stupefacente, riconoscendo per la prima volta quella terapeutica. Ma bisogna ringraziare anche Rita Bernardini, la ‘Garante di fatto’ dei detenuti abruzzesi che ha sollevato il caso, la comunità di Crevalcore, senza la cui generosa ospitalità Pellegrini non avrebbe potuto accedere ai benefici e il senatore Luigi Manconi che tanto si è attivato per garantirgli questa collocazione”. “Adesso l’obiettivo è trovare per Fabrizio una sistemazione definitiva conclude Di Nanna e, soprattutto, garantirgli l’accesso ai farmaci, affinché si possa finalmente curare. Dall’ ordinanza emerge chiaramente come sia sempre stato estraneo a ogni circuito criminale e, con la scelta della coltivazione domestica delle piantine di cannabis, di fatto si è opposto alla criminalità organizzata, che trae lucro e vigore proprio dallo spaccio delle sostanze stupefacenti”.