Pescara. L’ordinanza balneare 2017 appena emanata dalla Regione Abruzzo introduce la possibilità per ogni singolo concessionario di disporre scogliere “temporanee”, ma per la Stazione Ornitologica Abruzzese la norma è totalmente in contrasto con le leggi nazionali ed internazionali sulla Valutazione di Impatto Ambientale.
L’Art.7 comma 7 dell’Ordinanza balneare concede infatti a ciascun concessionario la possibilità di disporre scogliere “temporanee” per il periodo autunnale ed invernale, da togliere con l’arrivo della buona stagione. Unica autorizzazione prevista quella del Comune. Si prospetta così una miriade di Interventi arlecchino sulle spiagge.
Peccato che la Regione Abruzzo abbia dimenticato che esiste la normativa comunitaria e nazionale, la Direttiva 2011/92/CE sulla “Valutazione di Impatto Ambientale” e il D.lgs.152/2006 “Testo unico dell’Ambiente”, che impone la procedura di Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. (V.A.) per tutte le “opere costiere destinate a combattere l’erosione e lavori marittimi volti a modificare la costa, mediante la costruzione di dighe, moli ed altri lavori di difesa del mare;“”
Il passaggio dell’ordinanza appare chiaramente pensato per cercare di bypassare questo obbligo di legge, anche perchè, altrimenti, il Comitato V.I.A. della Regione dovrebbe lavorare per anni esclusivamente per analizzare le centinaia di progetti che potrebbero arrivare, assicurando gli obblighi d pubblicazione e i 45 giorni per le osservazioni per ciascun progetto.
La gestione della costa non è possibile con la deregulation visto che gli effetti dell’erosione costiera si possono spostare a nord e a sud, colpendo le aree laterali e limitrofe, senza progetti ben studiati e calibrati. Inoltre si moltiplicherebbero cantieri sulla spiaggia, con un via vai di camion per mettere e togliere le scogliere, esacerbando proprio le problematiche di erosione con la compattazione della sabbia. Una follia.