Montesilvano. “Scattare per raccontare” è il suo motto. Il fotografo Giulio Tolli, di sangue abruzzese, ama definirsi un cantastorie. Food, paesaggi, animali, umani non importa quale sia il soggetto che la sua macchinetta ha puntato. Il suo intuito schietto e geniale trasforma anche il più semplice dei dettagli in una meravigliosa fiaba di vita. La messa a fuoco di GiulioTò, così ormai lo chiaman tutti, lascia il segno eccome. Forse non è un caso che l’azienda Ferrarelle l’ha voluto per la sua nuova campagna pubblicitaria.
- Cosa ami di più fotografare?
Premetto che non ho uno stile o un soggetto preferito da fotografare, ma sicuramente amo raccontare storie. Che siano momenti, istanti, persone o oggetti va sempre bene. Basta che quando utilizzo la macchinetta riesco a raccontare qualcosa o qualcuno.
- Cosa non hai ancora fotografato che ti piacerebbe immortalare con uno scatto?
Non ho mai pensato a qualcosa che non ho mai fotografato, probabilmente proprio perchè adoro scattare per raccontare non mi fermo sul qualcosa, ma preferisco fermarmi sull’istante stesso. Per questo motivo non adoro scegliere un soggetto preciso. Una cosa che posso dire è che il mio sogno è riuscire a far venire fuori le persone con un semplice ritratto o dettaglio soprattutto tra i popoli più poveri e costretti a lottare veramente.
- Quali sono i maestri classici della fotografia che più ammiri?
Non seguo nessuna corrente fotografia, cerco di crearmi uno stile anche se è difficilissimo e più che ammirare cerco di prendere spunto, ma in particolare nessuno.
- All’inizio di questa “avventura” ti sei ispirato a qualcuno in particolare?
Quando ho iniziato scattavo solo foto con il cellulare e facevo tutt’altro nella vita (studiavo ingegneria) quindi non ho avuto una cultura tale da potermi ispirare a qualcuno. Crescendo dal punto di vista fotografico ho iniziato a conoscere diverse personalità e “mostri” della fotografia mondiale dal quale ho preso spunto, ma niente di più.
- Fondatore di IgersPescara. Come è avvenuta la decisione?
Nel 2012 sono stato invitato a raccontare Torino durante un tour fotografico di qualche giorno e lì ho conosciuto la community IgersTorino così ho chiesto se fosse possibile entrare nel giro di IgersItalia. Non ho avuto nessun problema a fondare igerspescara contattando Francesca di IgersAbruzzo. Una decisione presa che ad oggi mi ha fatto benissimo facendomi incontrare tante nuove persone e vivere esperienze che sui social sarebbe troppo riduttivo raccontare.
- Ormai anche chi non è fotografo posta foto di ogni tipo, cosa hai fatto per farti notare?
Io la prendo in primo piano dato che anche io ho iniziato dal cellulare. Ora naturalmente è ancora più semplice perchè esistono smartphone di ottima qualità per quanto riguarda la risoluzione fotografica. Io per farmi notare ho provato a fare qualcosa di diverso, raccontare il momento piuttosto che puntare allo scatto tecnicamente perfetto. Dietro ogni foto c’è e deve esserci una storia e le persone così sono maggiormente interessate a seguirti e così è nato GiulioTò.
- Così la tua foto dei Trulli è finita sul quotidiano Repubblica…perché secondo te hanno scelto proprio quella foto?
I trulli sono uno dei punti di forza della nostra penisola e per una volta che ho deciso di farmi una vacanza in Puglia ho avuto fortuna a scattare la foto ed essere notato da Repubblica e quindi pubblicato. Penso che nessuno riesca a far diventare brutti i trulli scattando una foto, è impossibile.
- Il social è diventato un potente strumento di diffusione e una vetrina per scoprire nuovi talenti. Quanto è stato ed è importante per te il social?
Per me il social è stato fondamentale perchè avendo pochi strumenti per realizzare fotografie di buona qualità ho puntato all’inizio sul far conoscere agli altri le mie storie e quello che vedevo attraverso la mia fotocamera ed è solo grazie ai social network se ho avuto successo.
- Se pensi al tuo Abruzzo ritieni che manchi una vera cultura della fotografia?
Secondo me in Abruzzo più che una cultura fotografica manca chi ci mette passione, impegno e volontà per riunire tutti i bravissimi fotografi che ci sono nella nostra regione. Semmai dovesse partire un progetto del genere io sarei il primo a metterci tutta la forza per farlo crescere.
- Per te esiste il confine tra fotografia amatoriale e fotografia come professione?
Naturalmente un confine esiste, ma secondo me è un confine soprattutto “morale”. Nel senso che chi fa fotografia per passione tiene conto delle responsabilità che ci sono dietro un semplice scatto o uno scatto più complesso. Mentre chi lo fa amatorialmente è molto più leggero e può permettersi più libertà fotografica che durante un lavoro dove è più ristretta a quello che chiede il cliente.
- Quando hai saputo del tuo incarico alla Ferrarelle cosa hai pensato?
Appena mi hanno confermato l’incarico ho subito pensato che questa volta avrei dovuto dare il meglio di me dato che più è grande il cliente più saranno precise le sue richieste. Io ci metto tutto me stesso in qualsiasi lavoro, dal più banale a quello più difficile, ma in questo caso mi ci sono tuffato dentro perchè penso possa essere un’ottima occasione per far capire quanto valgo e quello che posso offrire agli altri attraverso la mia macchinetta fotografica.
@baldaroberta