Roma. E’ iniziata a Roma la manifestazione organizzata dalle province abruzzesi e da moltissimi comuni della regione per protestare contro “gli scarsi provvedimenti contenuti all’interno del secondo dl sisma, in via di conversione”. Alla manifestazione stanno partecipanndo circa 1500 persone arrivate nella capitale con 35 pullman.
“Il nostro territorio è in ginocchio, dopo che a gennaio si sono sommato due eventi, uno eccezionale, vale a dire una nevicata di dimensioni mai viste e quattro scosse di terremoto che hanno aggravato ulteriormente la situazione”. Lo ha riferito a margine della manifestazione il presidente della Provincia di Teramo Renzo Di Sabatino. “Serve una delibera per far fronte a una grave situazione di emergenza, che contenga al suo interno misure eccezionali anche per il sostegno delle imprese locali. Oggi alla presidenza della Camera e al governo” ha proseguito Di Sabatino ”presenteremo vari emendamenti da inserire nel decreto sisma. Oggi parte una staffetta per ricordare agli italiani la grave situazione che vive il nostro territorio”, ha concluso.
“L’Abruzzo merita rispetto, soprattutto dal governo, e certezze sul futuro senza alcuna esitazione viste le tragedie che si sono consumate sul suo territorio, a cominciare dall’albergo di Rigopiano”. Lo ha detto il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco mentre faceva il suo ingresso alla Camera per un incontro istituzionale con la presidenza di Montecitorio e parlamentari. “Le province dell’Abruzzo non possono più sottacere alla situazione di grave emergenza che stanno vivendo e si oppongono ha sottolineato Di Marco all’attuale fase di stallo. I parlamentari prendano in mano la situazione e predispongano risposte utili secondo quanto previsto dal loro ruolo”.
“La situazione della mia provincia è quella di prima della seconda guerra mondiale: spero che il decreto sul terremoto dia delle soluzioni altrimenti dopo il dissesto idrogeologico nel mio territorio ci sarà anche quello finanziario”. Lo ha riferito al termine della riunione a Palazzo Chigi con la sottosegretaria al Mef Paola De Micheli il presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo. “Con l’azzeramento nelle casse delle province del prelievo Ipt e Rc auto, che nel mio territorio ammontava a circa 15 milioni di euro, non abbiamo più risorse”, ha aggiunto l’amministratore abruzzese, “e facendo questo siamo diventati paradossalmente i primi contribuenti dello Stato senza però avere un euro a disposizione”. Per questo, ha detto ancora, “il mio ente rischia di non chiudere il bilancio al 31 marzo”. La Provincia di Chieti, ha raccontato infine Pupillo, è uscita dallo stato di predissesto utilizzando i proventi della vendita del Tribunale e della Questura di Teramo.
“E’ importante che le difficoltà che stanno vivendo le province abruzzesi dopo il terremoto e l’emergenza meteo del 2016 non peggiorino il quadro già difficile del dopo sisma 2009”: lo ha sottolineato il consigliere delegato dalla presidenza della Provincia de l’Aquila, Mario Cipollone, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. “Servono nuovi interventi sulle scuole, norme diverse sui bilanci e in generale più risorse”, ha concluso.
La manifestazione dei presidenti di provincia e dei sindaci abruzzesi si è poi spostata rapidamente in direzione di Montecitorio da dove continuerà la protesta. Il corteo è aperto da uno striscione, tenuto da sindaci e presidenti di provincia, con sopra scritto a caratteri cubitali ‘Emergenza Abruzzo’.
Una rappresentanza nutrita di presidenti di provincia e sindaci abruzzesi si è staccata dal presidio di manifestanti per partecipare a un incontro con la presenza della Camera, a cui presenzieranno tra gli altri il presidente della commissione ambiente Ermete Realacci e parlamentari abruzzesi.
Ha partecipato anche una delegazione di radicali. Tra i presenti, tutti con grandi foto di Marco Pannella, il leader storico del Partito Radicale scomparso l’anno scorso e originario di Teramo, Rita Bernardini e Maurizio Turco.
Immagine: TPI