Teramo. “Polo scolastico unico a Teramo: idea che ciclicamente riappare, frutto anche di una delibera di Giunta comunale che avrebbe dovuto permettere di ricevere finanziamenti ministeriali, e che oggi e’ ancora piu’ in voga vista la disastrosa situazione degli edifici scolastici di tutta la provincia”. Ad intervenire e’ il Wwf di Teramo che si chiede se quello del polo scolastico unico sia savvero la scelta giusta “Idea che, al di la’ dell’interesse ‘ballerino’ da parte delle varie amministrazioni che si sono succedute alla guida della citta’, sembra mantenere la collocazione nell’area Acquaviva, individuata dal vigente P.R.G. come zona ‘G1-Istruzione’, adiacente l’edificio della scuola D’Alessandro. L’edificio dovrebbe ospitare circa 900 alunni (ma forse anche di piu’) e occupare un’area dell’estensione di circa 31.000 mq”. Per l’associazione “Nascono, pero’, non pochi problemi su una proposta del genere, ad iniziare dal sito prescelto, prossimo all’ambito fluviale, situato in un’area spesso soggetta ad allagamenti. Quanto sta accadendo in queste settimane e quanto e’ accaduto negli anni passati dovrebbe spingere alla massima cautela e a rispettare gli ambiti fluviali che vanno preservati e lasciati assolutamente liberi. Non e’ un caso che il Piano Territoriale della Provincia di Teramo individua il sito come ‘di interesse bio-ecologico/aree ripariali e zone umide’, nonche’ ‘da riservare prioritariamente allo sviluppo del sistema del verde urbano’. Senza considerare che l’area appare insufficientemente servita dalla viabilita’ ordinaria per cui l’aumento di traffico legato al polo scolastico determinerebbe problemi a tutta la mobilita’ cittadina”.
Secondo il Wwf “La creazione di un polo che raggruppi tutte, o quasi, le scuole primarie del territorio, priverebbe i quartieri di un presidio territoriale importante quale quello scolastico, imponendo, di fatto, gli spostamenti con il mezzo meccanico (auto privata o pulmino), in controtendenza con tutte le direttive, pedagogiche e normative, che tendono a valorizzare e incentivare gli spostamenti degli studenti a piedi o in bicicletta anche in abbinamento con il mezzo pubblico. Si determinerebbe, inoltre, un ulteriore consumo di suolo, svuotando edifici esistenti (che certo hanno bisogno di adeguamenti e ristrutturazioni che potrebbero portare fino alla demolizione e ricostruzione) che rimarrebbero inutilizzati per anni, se non per sempre, con conseguente scomparsa di attivita’ collaterali o legate alla presenza della scuola. Siamo sicuri che realizzare un nuovo, imponente, edificio, nella collocazione ipotizzata, risponda ai criteri dettati dal Ministero e, soprattutto, alle esigenze della cittadinanza? Siamo certi – si chiede ancora l’associazioe ambientalista – che eliminare dai quartieri, e dal centro storico, edifici scolastici che potrebbero essere recuperati o ricostruiti, magari inserendoli in contesti ambientali piu’ favorevoli, come aree pedonali e/o ‘zone 30′ e aree verdi, non impoverirebbe ancor di piu’ un tessuto urbano gia’ duramente provato dall’eliminazione di servizi alla collettivita’? Prima di cedere a facili entusiasmi – e’ il commento finale del Wwf di Teramo – forse occorre fare piu’ di una riflessione e a confrontarsi sulle tematiche esposte e su altre che dovessero nascere da un’ampia condivisione della problematica.