Pescara. All’area di servizio Brecciarola Nord si cerca una soluzione per ripristinare l’erogazione di carburante sull’Autostrada A25, sospeso a causa di un’estesa contaminazione dell’area da bioetanolo. Si parlò di una vera e propria “bomba ecologica” per la reale possibilità di un’esplosione. La scoperta venne fatta 14 anni fa, ma solo tra il 2014 ed il 2015 partirono le indagini e si decise di chiudere le pompe che erogavano carburante. Pare che alla base ci fossero delle manovre maldestre durante il riempimento dei serbatoi perpetuatesi nel tempo. L’area di servizio di Brecciarola Nord è il primo impianto di carburanti che si incontra dopo il casello di Brecciarola in direzione Roma. La stazione di servizio più vicina è a cento chilometri ed è quella di Magliano dei Marsi. All’emergenza ecologica si è dunque aggiunto il disagio per gli automobilisti.
Ora una nuova tecnica di bonifica potrebbe risolvere il problema e permettere il ripristino del servizio carburanti in pochi mesi. Strada dei Pachi fa sapere che nel sito della stazione di rifornimento sono in corso dei test pilota grazie all’impiego di una innovativa tecnica di bonifica, molto più efficace e meno invasiva delle tecniche tradizionali. La sperimentazione consiste nell’iniezione nel terreno di un prodotto reagente in grado di ridurre i livelli di inquinamento. Se i risultati del test saranno positivi, la Mares, la società delegata dalla Q8 per la bonifica, estenderà questa tecnica su tutta la zona contaminata. E se tutto dovesse andare come sperato sarà possibile mettere fine al disagio. Dal settembre 2014, ovvero da quando la Q8 ha sospeso il servizio rifornimenti, in molti hanno rischiato di rimanere senza carburante.
“La tecnologia I-Sav, per la prima volta sperimentata in Italia, è una nuova tecnica di bonifica importata dal Canada e largamente diffusa in Nord America. Il tecnico canadese Gordon Bures, che ha introdotto questa tecnologia in Europa, ha iniziato ad operare nell’area di Brecciarola il 14 novembre ed è sempre presente sul sito. Come afferma il dottor Claudio Carusi, responsabile tecnico della Mares: “questa nuova tecnica di bonifica riduce i tempi di intervento, è molto meno invasiva delle tecniche tradizionali e dal punto di vista ambientale non produce alcun rifiuto da smaltire”.