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Documenti falsi per ottenere contributi post sisma, sequestratati beni per 420 mila euro

Redazione Centrale di Redazione Centrale
25 Gennaio 2017
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L’Aquila. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un sequestro di disponibilità finanziarie e di beni immobili per un valore di circa € 420.000 disposto dalla locale A.G. nei confronti di una persona responsabile di aver indebitamente percepito un contributo per la ristrutturazione e riparazione della propria unità abitativa danneggiata dal sisma del 2009. La misura cautelare appena eseguita giunge al termine di indagini delegate dalla Procura della Repubblica di L’Aquila, nell’ambito di una più ampia attività investigativa finalizzata a riscontare la sussistenza dei requisiti legittimanti l’accesso ai finanziamenti pubblici destinati alla ricostruzione degli immobili, costituenti abitazione principale, danneggiati dal terremoto del 2009. Gli investigatori, a seguito di articolate e complesse investigazioni di P.G., acclaravano che l’indagato aveva richiesto ed ottenuto il contributo per conto della madre, in seguito deceduta, attraverso false autocertificazioni sostanziatesi nell’attestazione che l’immobile beneficiario della suddetta misura di sostegno pubblico fosse adibito ad abitazione principale/stabile dimora della genitrice. Le indagini condotte dai finanzieri rivelavano invece che all’epoca del terremoto la donna dimorava abitualmente nell’abitazione del figlio, presso altro numero civico, ed aveva, per di più, la residenza anagrafica presso altro indirizzo, anch’esso diverso da quello dell’immobile ricostruito con i contributi pubblici.

Tale condotta, integrando gli estremi del reato di cui all’art. 316 ter C.P. (Indebita percezione di erogazione a danno dello Stato), portava all’esecuzione del provvedimento di sequestro nei confronti dell’indagato della somma pari alla provvidenza indebitamente percepita, ammontante, come dianzi detto, a 420 mila euro. Il sequestro è scattato a seguito delle indagini di natura patrimoniale condotte dai militari della Guardia di Finanza che hanno consentito di ricostruire e quantificare i beni e le disponibilità finanziarie riconducibili al responsabile del reato. Il servizio svolto testimonia la crescente attenzione posta dalla Guardia di Finanza nel contrasto alle condotte illecite e fraudolente perpetrate a danno delle risorse pubbliche nazionali.

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