Chieti. Un incontro immediato, richiesto alla Regione Abruzzo con il presidente D’Alfonso per chiedere il riconoscimento dello stato di calamita’ commerciale per la citta’ di Chieti e la sua provincia martoriata dal proliferare della grande distribuzione. L’iniziativa porta la firma di Confcommercio Chieti preoccupata per il raddoppio del centro commerciale Megalo’. “Il progetto denominato Megalo’ 2 e’ ormai realta’ – afferma Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti – dal momento che sono partiti i lavori di messa in sicurezza dell’alveo del fiume Pescara su cui insistera’ questa ennesima mega struttura commerciale. Il Comune, normative alla mano, puo’ davvero poco ed e’ arrivato il momento che la Regione scopra le carte e ci dica chiaramente di che morte dobbiamo morire noi commercianti. Si parla spesso, anche se a ragione, delle problematiche ambientali legate alla nascita di nuovi centri commerciali ma si continua incredibilmente ad ignorare gli effetti negativi sul tessuto economico e sociale determinati sul territorio in cui si costruiscono queste strutture”. Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio, il rapporto tra superficie adibita alle vendite e numero di abitanti, nel quinquennio 2010/2014, e’ aumentato da 33 metri quadrati ogni 100 abitanti, nel 2010, a 49,5 nel 2014. Un incremento decisamente superiore rispetto alla media nazionale, passata da 35,3 a 37,2. Nel quinquennio 2010/2014, inoltre, su 41 nuovi punti vendita della grande distribuzione in Abruzzo, ben 29 strutture di questo tipo (circa 3 quarti) sono state aperte nella sola provincia di Chieti.
Secondo il rapporto della Camera di commercio, aggiornato al 30 settembre 2016, nel terzo trimestre dell’anno si sono perse, in provincia di Chieti, 238 imprese specializzate nella vendita al dettaglio ed all’ingrosso per una percentuale negativa del 2,5% che sale addirittura al -2,6% per la sola Chieti citta’. “Il nostro territorio – conclude Tibero – e’ vittima di un’evidente calamita’ commerciale senza precedenti che sta colpendo, da anni, il piccolo commercio giunto allo sfinimento. Vogliamo aiuti concreti perche’, purtroppo, anche abbassare le saracinesche costa tanto”.