L’Aquila. “Continuano i misteri e le incongruenze sulla Ria (retribuzione individuale di anzianità), una regalia tutta abruzzese (in nessuna Regione o Ente è mai esistita) voluta dal governo Del Turco che costa milioni di euro agli abruzzesi e poteva costarne altre centinaia se non fosse intervenuta la giunta Chiodi con un ricorso che ha visto la dichiarazione di incostituzionalità con sentenza n.211 del 18/07/2014”. E’ quanto dichiara il Consigliere regionale e Presidente della Commissione Vigilanza, Mauro Febbo (FI), a margine dei lavori della sessione di bilancio. “Si tratta – spiega Febbo – di una storia che si porta avanti da molti anni accompagnata da una serie infinita di problematiche di cui peraltro la Commissione di Vigilanza si è interessata in un più di un’occasione; oggi con un PA (provvedimento amministrativo) approvato dalla Giunta, da ratificare in Consiglio, torna di attualità. Un PA per il riconoscimento di debiti fuori bilancio che stava per essere fatto passare come un qualunque atto ricognitivo perché portava solo le indicazioni di organi giudiziari e numeri di sentenze ma da una lettura più attenta si rileva come si tratti di ben 75 sentenze che hanno visto la Regione soccombente nei confronti dei propri dipendenti per un debito complessivo pari a 3.535.937 euro. Ho fatto rilevare come questa tipologia non rientra nella fattispecie dei debiti fuori bilancio poiché trattasi di somme pagate su impegni di spesa già assunti come residui, altrimenti si sarebbe dovuta effettuare una variazione di Bilancio; un’altra incongruenza riguarda le date delle sentenze, molte delle quali di tribunali di primo grado, relative al periodo 2015/2016 quindi successive alla dichiarazione di incostituzionalità e pertanto potevano e dovevano essere opposte nei gradi successivi. Così come appare fuorviante la giustificazione di atto ricognitivo dovuto a seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. 118/2011 così come il richiamo ai recenti pareri della Corte dei Conti. Infatti, l’articolo 73 del d.lgs. 118/2011 al comma 4 recita: il Consiglio regionale provvede entro 60 giorni dalla ricezione della relativa proposta. Decorso inutilmente tale termine, la legittimità del debito si intende riconosciuta. Non è affatto chiaro il perché si vuole avere “a tutti i costi” il voto di un’Assemblea legiferante, che quindi mette al riparo da ogni responsabilità. Sono significativi due passaggi: “la proposta normativa costituisce atto dovuto, in ottemperanza a quanto previsto dall’art 73 del d.lgs. 118/2011…”; inoltre “la Giunta prende le distanze dalla vicenda Ria poiché non condivide le modalità”.
“Alla luce di quanto emerso – conclude Febbo – il gruppo di Forza Italia ha votato contro e io stesso ho già preannunciato, e verbalizzato, che provvederò a notificare alla Procura della Corte dei Conti il deliberato al fine di capire se ci sono state omissioni e responsabilità da parte di uffici che avrebbero dovuto tutelare gli interessi delle casse regionali e degli abruzzesi con maggiore attenzione e oculatezza, magari valutando l’interesse generale e non “particolare””.