Teramo. I cimiteri comunali di Teramo possono riaprire, ma solo quelli con esito A, mentre quelli che hanno in tutto o porzioni con esito B potranno essere di nuovo fruibili soltanto dopo i preventivi lavori di ristrutturazione previsti dai rilievi dei tecnici della Dicomac. Restano chiusi quelli che hanno esito E, per i cui lavori c’è bisogno di attendere ulteriori disposizioni concordate con la Protezione Civile. Il costo di tutti gli interventi sarà finanziato dai fondi della Protezione civile. E’ quanto ha stabilito il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, che ha affidato alla Teramo Ambiente il compito di eseguire gli interventi necessari per la messa in sicurezza dei cimiteri con esito A, con percorsi pedonali e la necessaria cartellonistica di indicazione, oltre che prevedere gli interventi urgenti per riportare i cosiddetti esiti B a un livello di sicurezza tale da permettere la fruibilità al pubblico. Non riapriranno, almeno per il momento, i cimiteri di Varano, Garrano e Rupo (Teramo) dove sussistono gravi problemi di pericolo, ma anche rischi igienico¬sanitari. Intanto il sisma ha cancellato la frazione di Rapino. Le 17 ordinanze emanate, tutte relative ad abitazioni di questa frazione, gravemente danneggiate dal sisma, hanno purtroppo reso disabitato il centro teramano. La situazione è di assoluta emergenza e per questo il sindaco Brucchi ha intenzione di far visitare la frazione dal Commissario per la ricostruzione Vasco Errani e dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, allo scopo di sensibilizzare in maniera diretta e favorire in tal modo i rapidi e opportuni interventi per la messa in sicurezza e la riparazione degli immobili interessati. Non meno grave è la situazione delle altre frazioni Spiano e Valle San Giovanni. In tutto il territorio comunale il totale delle ordinanze di sgombero emanate dal sisma del 30 ottobre è di 412.