Chieti. Un omicidio scaturito da un episodio banale, seguito a un iniziale tentativo di approccio della vittima nei confronti di una ragazza. Nell’interrogatorio di garanzia Cipressi, assistito dall’avvocato Roberto Di Loreto, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo quando ricostruito in base alle testimonianze raccolte e riportate nell’ordinanza, uno dei presenti aveva offerto una patatina al cane della ragazza, suscitando la reazione di quest’ultima la quale, preoccupata per la salute dell’animale, aveva finito con il rimproverare anche il cane. Ciò aveva indotto Di Marco a intervenire, “forse frustrato per il respingimento delle proprie avances, di certo non sobrio a causa dell’assunzione di alcolici”, a rimproverare a sua volta la donna. Tale rimprovero si legge nell’ordinanza “ha suscitato un’ulteriore reazione della donna che gli si è avventata spingendolo e dicendogli di smetterla”, dandogli, secondo una testimone, del “finto animalista”, “subito spalleggiata da Cipressi”. E’ a questo punto che Di Marco, “vistosi affrontato, si voltava, come per tornare indietro verso il circolo, ma improvvisamente tornava di nuovo verso la donna e le lanciava un bicchiere contenente birra, bicchiere che finiva sulle gambe e sui piedi di Cipressi”. Un gesto, questo, che ha fato esplodere la reazione “inconsulta” di Cipressi il quale, secondo l’accusa, “dopo averlo affrontato faccia a faccia con atteggiamento di sfida, in rapida successione entrava nel locale, prelevava una bottiglia di birra vuota con la mano destra, usciva di nuovo all’esterno, la infrangeva su un tavolino e sferrava il fendente mortale”, scena vista da due testimoni, “portando il braccio destro dapprima verso l’alto e poi sul collo della vittima”.