L’Aquila. Era una Regione ‘canaglia’ per l’eccessivo debito accumulato nella Sanità. Ora, dopo nove anni, è la prima tra le Regioni commissariate a uscire dalla ‘tutela’ imposta dal Governo: questa la parabola dell’Abruzzo che diventa modello di risanamento. Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo alla fine del commissariamento dopo che la Conferenza Stato Regioni aveva, sempre in giornata, dato parere favorevole alla delibera di Giunta regionale del 26 luglio scorso, che ha avviato la procedura approvando il Piano di riqualificazione del sistema sanitario abruzzese. “Ci riprendiamo il nostro destino, siamo la prima Regione uscita da un commissariamento durante nove anni. Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi sia di riordino dei conti che di performance per qualità e quantità di servizi alla salute”, ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, annunciando il provvedimento all’uscita da Palazzo Chigi. Il governatore ringrazia quindi il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il sottosegretario alla Presidenza, Claudio De Vincenti, e il premier Matteo Renzi, poi avvisa: “La fine del commissariamento non significa arbitrio, ma cultura della programmazione, valorizzazione del significato dei dati: faremo sì che si inauguri una nuova stagione di investimenti, innovazioni, formazione del capitale umano e diritti della salute sostenibili”. La Regione Abruzzo si riappropria dunque della competenza e pone, come prioritario, l’abbassamento del carico fiscale, Irpef e Irap, aumentato d’imperio per ridurre il deficit sanitario, anche se, dice l’assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, “non sarà una sfida banale, visto che i trasferimenti dello Stato per la spesa sanitaria a livello regionale sono diminuiti, e dovrà essere necessario far quadrare i conti”. A governare il complesso processo la maggioranza di centrosinistra, considerando che la sanità costituisce oltre l’80 per cento del bilancio regionale e che in atto c’è anche la riforma Lorenzin, basata su tagli e razionalizzazioni. In particolare, nel 2014 e nel 2015, sono stati destinati al ripiano totale delle perdite pregresse delle Asl oltre 415 milioni di euro e sono stati contestualmente migliorati i tempi di pagamento dei fornitori. Gli ultimi due dati salienti riguardano il punteggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), passato da 145 del 2012 a 163 del 2014, e la riduzione dell’inappropriatezza dei ricoveri, scesa al 14 per cento del 2015, a fronte del 25 per cento del 2012. Per l’Abruzzo, dunque, con l’atto del Consiglio dei Ministri, si chiude un percorso cominciato nel marzo 2007, a partire da 4 miliardi di euro di debito, e passato da tre Giunte regionali, quella di centrosinistra di Ottaviano Del Turco, a cui ha fatto seguito quella del centrodestra guidata da Gianni Chiodi. A esprimere soddisfazione e a complimentarsi con l’Abruzzo Giovanni Toti, vicepresidente della Conferenza, e presidente della Regione Liguria: “È la prima regione che esce dal commissariamento, c’è stato un grande lavoro da parte della Regione Abruzzo e della Conferenza che lo ha supportato, un buon risultato, segno che le Regioni possono essere efficienti ed efficaci”. Arriva anche il commento dei consiglieri regionali di Forza Italia che ringraziano Toti “per le belle parole spese nei riguardi della nostra Regione. Chiaramente il riferimento è al lavoro svolto dal Governo Chiodi che ha prodotto questo importante risultato che sarebbe stato raggiunto comunque, indipendente dalle decisioni dell’attuale Giunta regionale di centrosinistra. L’uscita dal Commissariamento sarebbe stata possibile anche senza quei provvedimenti scellerati che stanno penalizzando fortemente gli abruzzesi vedi introduzione dei ticket sociosanitari, chiusura dei punti nascita, di alcuni ospedali e ridimensionamento di altri”. Rimangono con il commissario ad acta per il piano di rientro, per quanto riguarda la sanità, 4 regioni: Calabria, Campania, Lazio e Molise.