L’Aquila. Ricorso del Wwf Italia al Tribunale Amministrativo Regionale di L’Aquila contro il calendario venatorio della Regione Abruzzo 2016/17. Lo annuncia Luciano Di Tizio, delegato regionale dell’Associazione. “Nonostante gli annunci, la gestione dell’assessore regionale Pepe non si discosta molto da quella Febbo: mancanza del piano faunisticovenatorio (obbligatorio per legge), preapertura priva di qualsiasi giustificazione e prolungamento dei periodi di caccia. In pratica, anche quest’anno la Regione Abruzzo ha approvato un calendario venatorio che ripete errori già commessi che negli anni passati sono stati censurati ben 14 volte dal Tar, dal Governo nazionale e perfino dalla Corte Costituzionale”. Per il Wwf Italia manca la pianificazione per assenza del piano faunisticovenatorio. “In Italia si legge in una nota diffusa dall’associazione ambientalista la caccia è consentita solo in forma programmata al fine di consentire un prelievo ‘sostenibile’ senza che questo determini scompensi alle specie cacciate. Per programmare è necessario avere censimenti e dati aggiornati sul numero degli individui presenti: tutto questo è assente in Abruzzo. Addirittura dal 2007 la Regione è persino priva del piano faunisticovenatorio, obbligatorio per legge e fondamentale per la gestione faunistica. Mancano quindi gli strumenti che forniscono indicazioni su specie da cacciare e sulla durata dei periodi di caccia. In una situazione del genere ci si sarebbe dovuto attestare su posizioni di massima cautela, come del resto aveva prescritto l’Ispra Istituto nazionale che fornisce pareri obbligatori alle Regioni sulla gestione faunisticovenatoria che aveva indicato come opportuna un’unica apertura alla caccia il 1 ottobre. La Regione Abruzzo ha continuato invece a procedere sulla base delle richieste del mondo venatorio e ha previsto l’apertura ad alcune specie fin dal 18 settembre e in alcuni casi la preapertura fin dal 1 settembre”. Per la preapertura, sempre secondo l’associazione ambientalista, “per legge la caccia in Italia non deve partire prima della terza domenica di settembre. Sono consentite eccezionalmente delle preaperture per casi specifici documentabili e a valle di adeguati piani regionali, che in Abruzzo ad oggi non ci sono. La Regione Abruzzo, invece, ogni anno concede questo ‘regalo ai cacciatori’, consentendo la preapertura al 1 settembre: ciò determina, in un periodo estremamente delicato, una forte pressione sia sulle specie cacciabili che su quelle non cacciabili che vengono comunque disturbate dall’attività venatoria”.