L’Aquila. Marinelli e Di Costanzo su bilancio della Regione: “Documento che taglia e non offre visione sul futuro dell’Abruzzo. L’ennesimo fallimento della Giunta Marsilio”.
“Il bilancio di previsione 2026 della Regione Abruzzo, per come si presenta, certifica l’ennesimo fallimento politico e amministrativo della Giunta Marsilio. Un documento fortemente condizionato dal deficit sanitario arrivato a 170 milioni di euro e che si traduce in tagli generalizzati, aumento delle tasse e assenza totale di investimenti strategici. I numeri parlano chiaro. I capitoli dedicati alle attività produttive e al commercio, settori fondamentali per lo sviluppo regionale, dispongono di risorse appena superiori ai 2 milioni di euro, dimezzate rispetto al 2025. L’agricoltura, altro comparto vitale per occupazione e crescita, subisce una riduzione di circa 4 milioni di euro. Così non si va da nessuna parte, altro che sviluppo, l’Abruzzo è al palo e ci resterà per lungo tempo”, commentano il segretario regionale del PD Daniele Marinelli e Graziano Di Costanzo, delegato al tema dell’economia per la segreteria regionale.
È una scure severa, che colpisce un po’ ovunque: servizi per il lavoro e la formazione: –13 milioni; sostegno alla disabilità: –7 milioni; sport, tempo libero e politiche giovanili: –7 milioni; cultura: –4,5 milioni; istruzione: –5 milioni. In questo quadro di tagli diffusi, a salvarsi sono solo alcune manifestazioni simbolo della propaganda della Giunta: la Notte dei Serpenti e il Festival Dannunziano, finanziati con 950 mila euro e in un Abruzzo dove sono sempre di più i cittadini e le cittadine che rinunciano a curarsi, sono salvi anche gli stanziamenti alla Napoli Calcio, che riceve oltre un milione di euro. Si tratta dell’effetto diretto di sette anni di malgoverno del centrodestra, che hanno prodotto lo sfascio della sanità regionale. È bene ricordare che al 31 dicembre 2018, con l’ultima amministrazione di centrosinistra, i conti sanitari chiudevano con un avanzo di 78 mila euro, risultato ottenuto attraverso una riforma seria, che portò l’Abruzzo fuori dal commissariamento grazie alla razionalizzazione dei presidi ospedalieri e all’avvio della sanità territoriale. Oggi, invece, registriamo debiti enormi e una mobilità passiva che ha superato i 100 milioni di euro, con migliaia di abruzzesi costretti a curarsi fuori regione. A pagare il prezzo di questa cattiva gestione sono ancora una volta cittadini e imprese. Dal 1° gennaio scatteranno nuove addizionali Irpef che sottrarranno 40 milioni di euro alle famiglie abruzzesi. Un aumento che, come dimostrato da uno studio della Cgil, annulla completamente il beneficio fiscale nazionale introdotto per i redditi medio-bassi. A ciò si aggiunge un fatto gravissimo e spesso taciuto: le addizionali Irpef e Irap introdotte negli anni passati per coprire i debiti sanitari, pari a oltre 110 milioni di euro l’anno, non sono mai state eliminate, nonostante le rate dei mutui siano cessate già nel 2021-2022. Anzi, sono state ulteriormente aumentate, rendendo l’Abruzzo una delle regioni più tartassate d’Italia. Nonostante le rassicurazioni della maggioranza, l’aumento dell’addizionale Irpef non è limitato al 2026, ma compare anche nel bilancio pluriennale per il 2027 e il 2028.
Gravissimo è poi il dato sull’utilizzo delle risorse straordinarie a disposizione della Regione: oltre 1 miliardo di fondi europei e più di 1,2 miliardi del Fondo Sviluppo e Coesione. Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la spesa dei fondi comunitari è poco sopra il 5%, quella dell’FSC addirittura intorno all’1%, quando siamo ormai al quinto anno di programmazione su sette. Una incapacità che frena lo sviluppo e amplifica le disuguaglianze sociali e territoriali.
Lo stesso giudizio negativo vale per il DEFR, un documento di quasi 300 pagine privo di una vera strategia di sviluppo, ridotto a un elenco di intenti senza priorità, risorse e visione. Nessuna indicazione su infrastrutture strategiche, come il nuovo corridoio europeo Barcellona–Civitavecchia–Ortona–Ploce, né attenzione al ruolo delle città come motori di crescita, a partire dalla futura Nuova Pescara. Infine, segnaliamo l’assenza totale di concertazione preventiva con le parti sociali, sostituita da audizioni formali che non incidono su documenti già scritti. Un metodo sbagliato, che il Partito Democratico continua a contrastare, promuovendo invece confronto, partecipazione e programmazione condivisa. Un documento che preoccupa per il futuro di una regione che merita un governo capace di affrontare e risolvere i problemi degli abruzzesi, senza causarne di altri”.


