Pratola Peligna. Istituto “A. Serpieri. Si è svolto il 18 dicembre presso l’Istituto “A. Serpieri” di Pratola Peligna l’incontro-dibattito del Progetto EBAP – Educazione, Biodiversità Agraria, Parco – un momento di confronto di alto profilo scientifico e culturale dedicato alla tutela, alla valorizzazione e alla trasmissione delle risorse genetiche agricole locali.
Ad aprire i lavori è stato il Dirigente Scolastico Prof. Francesco Di Girolamo, che ha sottolineato il ruolo centrale della scuola nella formazione di una coscienza ambientale consapevole e responsabile, capace di dialogare con il territorio e con le istituzioni scientifiche.
Protagonisti dell’incontro gli agronomi e biologi del Parco Nazionale della Maiella Dott. Marco Di Santo, Dott.ssa Rossella Ferretti e Dott.ssa Francesca Tantalo ed il prof. Leonardo Seghetti, esperto agronomo che hanno affrontato temi cruciali quali l’agrobiodiversità di interesse alimentare e agricolo, evidenziando il valore dell’iscrizione delle varietà locali all’Anagrafe regionale della biodiversità agricola come passaggio indispensabile per la loro conservazione e valorizzazione.
Gli interventi hanno posto l’accento sull’importanza delle diverse scale della biodiversità, con particolare riferimento alla variabilità genetica e tassonomica, richiamando il senso di responsabilità della specie umana nella conservazione della natura. Ampio spazio è stato dedicato anche alle cause della perdita di biodiversità e al tema, sempre più attuale, dei servizi ecosistemici, riconosciuti come benefici fondamentali che gli ecosistemi offrono alla collettività.
Nel suo intervento, il Prof. Leonardo Seghetti ha collocato la biodiversità al centro del dibattito culturale e alimentare contemporaneo, collegandola alla recente iscrizione della Cucina Italiana nella Lista UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, proclamata a New Delhi. Una scelta che, ha spiegato, riconosce la biodiversità come fondamento delle tradizioni gastronomiche e dell’identità dei territori. Il docente ha inoltre ricordato il proprio contributo all’elaborazione del Dossier UNESCO, sottolineandone l’approccio multidisciplinare.
Particolare attenzione è stata dedicata ai processi di trasformazione delle materie prime, con esempi concreti come le microvinificazioni, sintesi di territorio, sapere e biodiversità, e la trasformazione delle mele locali in aceto attraverso pratiche sostenibili. Esperienze che dimostrano come la biodiversità rappresenti un autentico motore di qualità, identità e innovazione.
Il Prof. Seghetti ha inoltre evidenziato il ruolo strategico delle filiere locali nella tutela delle varietà agricole e i principi dell’economia circolare come modello di sviluppo virtuoso, basato sulla riduzione degli sprechi e sul riuso delle risorse. La biodiversità, è stato ribadito, non è solo un valore ambientale, ma anche una leva economica capace di generare valore condiviso e occupazione.
A guidare e valorizzare il confronto è stato il moderatore Prof. Valeriano Di Gregorio, che ha saputo mediare efficacemente tra i diversi contributi scientifici, favorendo un dialogo accessibile e coinvolgente tra esperti, studenti e pubblico.
Il messaggio emerso dal convegno è chiaro e condiviso: cultura alimentare, biodiversità e sostenibilità sono profondamente interconnesse. Proteggere la biodiversità significa proteggere il nostro futuro, ambientale, economico e culturale.


