L’Aquila. La manifestazione europea del 18 dicembre a Bruxelles è ormai alle porte e Confagricoltura Abruzzo è pronta a portare nel cuore delle istituzioni europee la voce delle imprese agricole del territorio. Una mobilitazione costruita con determinazione e consapevolezza, che vedrà agricoltori da tutta Europa riuniti insieme al Copa-Cogeca, in concomitanza con il Consiglio europeo, per chiedere un cambio di rotta sulle politiche agricole comunitarie.
L’obiettivo è quello di contestare una proposta di riforma della Politica agricola comune (PAC) che non intercetta le esigenze reali delle aziende, riduce le risorse e rischia di compromettere la tenuta di un settore strategico per l’economia, l’occupazione e la sicurezza alimentare dell’Unione Europea.
In un contesto segnato da costi di produzione sempre più elevati, mercati instabili, concorrenza extra UE e cambiamenti climatici, l’agricoltura europea chiede politiche all’altezza delle sfide. Per Confagricoltura, senza una PAC forte, unitaria e dotata di un budget adeguato, il rischio è quello di indebolire definitivamente la capacità produttiva del continente.
“Il 18 dicembre non andiamo a Bruxelles per una protesta di facciata, ma per difendere il futuro dell’agricoltura europea”, dichiara il Presidente di Confagricoltura Abruzzo, Fabrizio Lobene. “Se oggi l’Europa non accompagna l’agricoltura con politiche adeguate ai tempi che viviamo, domani non sarà più in grado di reggere il mercato globale”, afferma.
Confagricoltura Abruzzo arriverà a Bruxelles con una delegazione regionale organizzata, pronta e determinata, espressione di un territorio che non intende restare spettatore di decisioni calate dall’alto, ma vuole incidere nel momento in cui si decidono le regole del futuro.
Un ruolo centrale nella mobilitazione è occupato dal tema generazionale, considerato uno dei nodi più delicati della riforma in discussione.
“I giovani agricoltori sono oggi la cartina di tornasole delle politiche europee”, sottolinea Lobene. “A loro chiediamo di investire, innovare e restare nelle aziende, ma allo stesso tempo togliamo risorse, certezze e prospettive. È un messaggio sbagliato e pericoloso”, prosegue.
Secondo Confagricoltura, una PAC debole rischia di allontanare proprio quella generazione che dovrebbe garantire continuità, innovazione e competitività al sistema agricolo europeo.
“Se perdiamo i giovani, perdiamo il futuro”, conclude Fabrizio Lobene. “Non si può chiedere a una nuova generazione di costruire il domani dell’agricoltura senza prima difendere il terreno economico e normativo su cui deve poggiare. Il 18 dicembre saremo a Bruxelles per difendere un settore che non chiede scorciatoie, ma regole giuste e una visione di lungo periodo”.



