L’Aquila. “Le parole della presidente del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, dottoressa Cecilia Angrisano, secondo cui “i figli non sono proprietà di nessuno, nemmeno dei genitori”, sono gravissime” afferma il Coordinamento Donne di Destra, composto da Nicoletta Di Santo, Sonia Lombardo, Donatella Isca e Carola Profeta. “È necessario chiarire e ristabilire i principi fondamentali che regolano il rapporto tra famiglia, Stato e tutela dei minori”.
“Dire che i figli “non sono di nessuno” è un messaggio profondamente ambiguo” prosegue il Coordinamento. “I figli non sono oggetti, questo è evidente. Ma non appartengono nemmeno allo Stato, ai tribunali o alle comunità. I figli non sono proprietà di nessuno: appartengono alla loro famiglia, sono parte di un legame affettivo e valoriale che non può essere scalfito da interpretazioni distorte” dichiara.
“La Costituzione, agli articoli 29, 30 e 31, lo afferma chiaramente: la famiglia è la società naturale fondata sul matrimonio; i genitori hanno il diritto-dovere primario di educare i figli; e lo Stato può intervenire solo in casi estremi, in modo sussidiario e mai sostitutivo” sottolinea il Coordinamento.
“Rappresentare la potestà genitoriale come un potere sospetto significa minare la base stessa dell’educazione” afferma. “E porre domande come: “Siete sicuri che sia diritto dei genitori disporre della vita dei figli?” significa considerare il ruolo educativo della famiglia un privilegio da mettere in discussione, e non un diritto naturale e costituzionalmente protetto. Il primato educativo dei genitori non è negoziabile” ribadisce.
“Le istituzioni devono intervenire solo quando c’è un pericolo reale, attuale e documentato per il minore” prosegue il Coordinamento Donne di Destra. “Non è competenza dello Stato giudicare stili educativi diversi o visioni culturali differenti: la pluralità familiare è un valore, non una minaccia”.
“Quando lo Stato si sostituisce alla famiglia, i rischi aumentano” osservano le rappresentanti. “Il diritto del minore a crescere nella propria famiglia deve essere garantito in ogni modo, come ribadito più volte anche dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: la separazione è l’ultima ratio, non la prima opzione”.
“Sminuire la preoccupazione dei cittadini parlando semplicemente di ‘agitazione della piazza’ è un grave errore” afferma il Coordinamento. “L’emergenza non è la contestazione: l’emergenza vera è la crescente sfiducia nei confronti dei tribunali minorili. Una fiducia che può essere ricostruita solo attraverso trasparenza, proporzionalità, collaborazione reale con le famiglie e controlli severi sulle comunità e sulle case famiglia”.
“L’allontanamento è uno dei traumi più gravi che un minore possa subire” conclude il Coordinamento Donne di Destra. “La neuropsichiatria infantile lo conferma: separare un bambino dai genitori senza motivazioni gravissime compromette identità, stabilità emotiva e capacità di creare relazioni sane. Una decisione giudiziaria ingiustificata viola la Costituzione, il diritto dei minori e la scienza stessa. È compito delle istituzioni prevenire questi abusi: un trauma ingiusto si porta dentro tutta la vita”.


