L’Aquila. “Se il centrosinistra locale crede di recuperare la visibilità perduta con un sit-in a Roma, nel giorno della conferenza stampa di presentazione del programma dell’anno di Capitale italiana della Cultura 2026, significa che abbiamo già vinto le elezioni amministrative del 2027. In occasione di un appuntamento che potenzia e rilancia il futuro della nostra città, che interessa cittadini, associazioni, imprenditori, giovani, tutti, si specula, per fini puramente propagandistici, sulla pelle degli aquilani che meritano rispetto, chiarezza e serietà”.
Così i capigruppo di maggioranza in Consiglio comunale – Leonardo Scimia (FdI), Alessandro Maccarone (L’Aquila Protagonista), Daniele Ferella (Lega), Fabio Frullo (Udc) e Daniele D’Angelo (Fi) – in riferimento alle recenti accuse mosse dalle opposizioni, nel corso della Terza Commissione, che denunciano “poca condivisione” sull’iter del progetto per L’Aquila 2026 e annunciano una manifestazione di protesta proprio nel giorno della conferenza stampa nazionale di presentazione degli eventi principali di Capitale italiana della Cultura, convocata nella sede della Presidenza del Consiglio dei ministri.
“Un titolo come Capitale italiana della Cultura è una grande responsabilità che richiede onestà e trasparenza. Se qualcuno vuole usarlo per visibilità personale, faccia pure. Noi continueremo a lavorare per la città, con le carte in regola, senza paure e senza titoli spettacolari”, continuano i consiglieri di maggioranza.
“Chi denuncia poca trasparenza sembra ignorare che il dossier nasce proprio da una manifestazione d’interesse del 2023. Ogni passaggio relativo al progetto per L’Aquila 2026 — le delibere di Giunta, il documento di candidatura, il bilancio preventivo delle risorse, le linee programmatiche — è stato sempre formalmente approvato, registrato, reso pubblico e messo a disposizione del Consiglio, con puntualità e nei tempi dovuti, come da prassi amministrativa”.
“Il percorso decisionale, inoltre, si fonda su un organismo istituzionale e pluralistico: è stato infatti costituito un Comitato dei garanti, di cui fanno parte rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione, insieme a esponenti regionali, degli Uffici speciali per la ricostruzione, come Usra e Usrc, ed enti esterni, come il Comune di Rieti, partner del progetto. Il nostro è un modello di governance condivisa, non di decisione esclusiva”.
“Anche il quadro finanziario è definito in modo chiaro e trasparente – ribadisce la maggioranza del governo comunale –. I numeri parlano da soli perché, grazie al sostegno del Ministero della Cultura, al programma Restart, ai finanziamenti comunali ordinari e al contributo di sponsor privati, il budget complessivo per il 2026 supera i 16 milioni di euro”.
“Non possiamo ignorare che fin da quando la nostra città ha vinto il titolo di Capitale della cultura, alcuni soggetti politici — in particolare del centrosinistra — hanno puntato più all’attacco politico che a un lavoro concreto per la città. Non sono pochi quelli che — alla notizia della vittoria di Procida per l’edizione 2022, quando tentammo per la prima volta — in una chat interna del Pd locale hanno esultato, beffandosi della mancata vittoria. Se l’obiettivo era marcare la distanza politica o l’invidia, possono provarci ancora. Il nostro obiettivo resta immutato: fare di Capitale italiana della Cultura 2026 un progetto di comunità, che coinvolga associazioni, territori, giovani, istituzioni locali e regionali, secondo un modello replicabile ed efficace per le aree interne della Nazione”.



