L’Aquila. Un anno fa (29.11.24) il Consiglio comunale ha approvato una mozione, primi firmatari Padovani e Verini, che ha impegnato l’Amministrazione a richiedere l’adesione della Città all’Operazione Strade Sicure, che prevede di affiancare personale militare specializzato, con compiti di polizia, alle forze normalmente preposte al controllo del territorio. Un progetto già attivato in numerose città italiane di tutti i colori politici, con buoni risultati in termini di miglioramento della sicurezza.
Nei giorni scorsi abbiamo chiesto, nel normale esercizio delle nostre funzioni, di convocare il Prefetto nella sede propria della Commissione “Garanzia e Controllo” per sapere a che punto sia la procedura di attivazione del progetto. Una sollecitazione, la nostra, che evidentemente ha toccato i nervi scoperti degli assessori Cucchiarella e Taranta, i quali, colti in fallo, hanno replicato con una risposta scomposta nei toni ma soprattutto irrituale, dato che a loro non era stata rivolta alcuna domanda.
E dalla replica polemica dei due assessori scopriamo un’amara verità: a un anno dal voto del Consiglio che, in una normale democrazia, sarebbe divenuto un impegno inderogabile per Sindaco e Giunta, sull’Operazione Strade Sicure siamo al “nulla di fatto”. Ci rifiutiamo, peraltro, di pensare che il Prefetto si faccia rappresentare da Cucchiarella-Taranta e aspettiamo, nel rispetto delle regole, il giorno in cui si terrà la Commissione, nella certezza che l’Organo che rappresenta il Governo voglia illustrare quanto abbia fatto su Strade Sicure dopo il voto impegnativo del Consiglio comunale. Non è una nostra pretesa, ma una doverosa richiesta a nome dell’intero Consiglio che, ricordiamolo, votò all’unanimità la nostra proposta finalizzata ad attivare Strade Sicure (mozione votata anche dai consiglieri del partito dei due assessori, persuasi che la realtà non sia quella idilliaca dipinta nello strano comunicato Cucchiarella-Taranta).
Ad oggi ci limitiamo a registrare, dopo un anno da quel voto, il nulla di fatto. Anzi, i due assessori, nel loro sfogo mistico, arrivano ad accusarci di allarmismo, applicando il tipico rovesciamento della realtà spesso operato da questa Amministrazione, che confonde la comunicazione autocelebrativa con i fatti e agisce in maniera autocratica, senza rispettare il Consiglio, la massima assise del popolo, considerata poco più che un fastidioso orpello e un ostacolo al potere esecutivo. Un’Amministrazione, ricordiamolo, che ricorrendo a vergognosi artifizi e raggiri non ha voluto dotare da ben sette anni il Capoluogo di un Comandante della Polizia Locale legittimo, esperto e a tempo pieno: una telenovela raccapricciante e tuttora sub judice amministrativo, oltre che oggetto di denuncia penale da parte dei sindacati nazionali del settore.
Gravissimo e ingiustificabile il fatto che il Consiglio non sia stato informato dall’Amministrazione del nulla di fatto su Strade Sicure. Gravissimo e ingiustificabile il fatto che L’Aquila si accinga ad affrontare il 2026 come capitale della cultura caratterizzata da una situazione della sicurezza urbana precaria e preoccupante, soprattutto in quelle aree critiche — come la zona del Castello e il Terminal di Collemaggio — dove proprio si sarebbe dovuta esplicitare Strade Sicure e dove si registrano ogni giorno episodi di spaccio diffuso, microcriminalità, violenze di ogni genere tra singoli e gruppi organizzati.
Non molleremo di un solo centimetro e continueremo a lottare per una città più sicura e civile, segnando la differenza tra noi, che più di tutti abbiamo ottenuto risultati concreti in questo campo (si pensi ai portici di San Bernardino che, grazie a noi, oggi non sono più una terra di spaccio a cielo aperto), e chi ama molto parlare di questi temi senza risolvere nulla. Siamo certi che i cittadini aquilani la pensino come noi e non come loro. In una città normale, e con assessori normali, la sicurezza dovrebbe essere considerata non già una pretesa, bensì un diritto basilare.



