L’Aquila.Marinelli, Tommasi, Serone D’Alò, Paolucci e Gileno (PD): “Un altro 25 novembre senza una legge regionale sulla prevenzione della violenza. L’Abruzzo merita più coraggio: la destra rinvia ancora l’educazione paritaria”
“Trascorre un altro 25 novembre e l’Abruzzo, ancora una volta, si presenta a questa ricorrenza con tanti propositi ma senza una legge capace di prevenire davvero la violenza contro le donne che continua a manifestarsi in casi, vittime e accessi crescenti ai centri antiviolenza. Non possiamo più aspettare e su un tema simile non si può fare politica, si deve agire a tutto campo sul territorio, insieme alle scuole e ai poli formativi e alle famiglie”, dichiarano il segretario regionale del Partito Democratico, Daniele Marinelli, con il capogruppo del PD in Consiglio regionale Silvio paolucci, la portavoce della Conferenza delle Donne Dem Roberta Tomasi, Marielisa Serone D’Alò delegata ai Diritti della segreteria regionale e Saverio Gileno segretario dei Giovani Democratici.
“Dal 2023 chiediamo che la Regione approvi la nostra proposta di legge sull’educazione paritaria e sulla prevenzione della violenza, un testo costruito insieme ai Giovani Democratici e alla Conferenza delle Donne Dem e che punta a intervenire dove tutto inizia: nelle scuole, nei luoghi dell’educazione, nella crescita culturale delle nuove generazioni – rimarcano – . Ma la destra, ancora una volta, sceglie l’attendismo e dimostra che non ha né la volontà, né il coraggio di dotare l’Abruzzo di una legge moderna, utile e necessaria per contrastare la violenza di genere. Anche oggi, in Commissione, la maggioranza ha deciso di rinviare la discussione, nonostante il testo fosse pronto per essere votato. Su questo la Regione Abruzzo può e deve fare molto di più. La nostra proposta di legge sostiene progetti educativi nelle scuole e nelle università, in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità, per includere nei Piani dell’Offerta Formativa temi cruciali come la parità di genere, il contrasto agli stereotipi e la prevenzione della violenza e lo fa collegando questa azione a quella più specifica e capillare che fanno i centri antiviolenza, una rete che la destra sta lasciando senza risorse e supporto. A questo si aggiunge la strategia del rinvio per il testo di legge pronto da tempo e costantemente aggiornato sui casi, l’ultimo femminicidio di Manoppello brucia ancora, nonché sull’esigenza di arrivare ad azioni veramente concrete ed efficaci. Vogliamo ribadire una verità semplice: non basta commemorare. Servono scelte politiche. Servono leggi. Serve la volontà di cambiare. Ci auguriamo che la destra regionale smetta di prendere tempo e consenta finalmente all’Abruzzo di dotarsi di uno strumento efficace, moderno e necessario per prevenire la violenza e promuovere la parità. Le donne, le famiglie e i giovani della nostra regione non possono aspettare ancora”.



