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Biblioteche, giovani Dem: tirocini come manodopera sottopagata. La legge Scoccia-Manetti è un’offesa

Redazione Abruzzolive di Redazione Abruzzolive
17 Novembre 2025
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L’Aquila. “L’annuncio della proposta di legge firmata da Marianna Scoccia e Carla Mannetti, che prevede per i tirocinanti delle biblioteche regionali un rimborso forfettario equivalente a circa 1,60 euro l’ora, è semplicemente scandaloso. La cultura è un motore di sviluppo, non un serbatoio di manodopera a basso costo. Per questo chiediamo il ritiro immediato della proposta di legge Scoccia/Mannetti e l’avvio di un vero piano di rilancio delle biblioteche regionali inclusivo, rispettoso e condiviso.

 

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La Regione torni a investire nella cultura e nei giovani, invece di mortificarli”, così Saverio Gileno, segretario dei Giovani Democratici dell’Abruzzo con Silvia Sbaraglia e Monaim Mouatamid, delegati alla Cultura e all’Università della segreteria regionale GD e Francesco Balassone, segretario provinciale GD L’Aquila.

 

“Non siamo solo di fronte a una misura sbagliata: siamo di fronte a un atto politico indegno, che umilia il lavoro, svilisce la cultura e colpisce direttamente le nuove generazioni. Qui non si parla di formazione, ma di sostituire personale bibliotecario con tirocinanti sottopagati, chiamati a svolgere mansioni che spettano a professionisti qualificati- così il segretario Gileno – .

 

 

Con questo modello si insegna ai ragazzi che il lavoro vale 1,60 euro, che ‘fare cultura’ non merita una vera retribuzione, che lo sfruttamento è normale. È un messaggio tossico che rischia di distruggere il valore stesso del lavoro culturale. Questo governo regionale conferma, ancora una volta, di non credere né nella cultura né nei giovani. Le biblioteche abruzzesi soffrono da anni una drammatica carenza di personale che le costringe a restare aperte quasi solo la mattina, svuotandole del ruolo sociale, culturale e comunitario che invece dovrebbero avere. La soluzione non può essere utilizzare giovani sottopagati per “tappare” i turni, ma investire seriamente nel settore, assumere personale qualificato, ampliare gli orari, creare servizi, coinvolgere davvero le nuove generazioni”.

“La vicenda delle biblioteche è solo l’ennesima prova di un disinteresse strutturale verso un settore già penalizzato e impoverito, come abbiamo denunciato nei sopralluoghi a Sulmona e Lanciano – affermano Silvia Sbaraglia, Monaim Mouatamid e Francesco Balassone – . L’intento della norma è chiaro, soprattutto leggendo l’art. 5, comma 4: “L’attività dei tirocinanti si svolge preferibilmente in orario pomeridiano, al fine di ampliare la fascia oraria di apertura delle biblioteche, garantendo, laddove possibile, la copertura delle giornate non lavorative”. Non ci provano nemmeno a nasconderlo: vogliono usare il tirocinio come manodopera gratuita per coprire i buchi di organico. Altro che formazione. E tutto questo tramite una legge regionale, quando basterebbe un normale accordo tra Regione e Atenei se davvero si volesse offrire un percorso formativo”.

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