L’Aquila. Fine di un incubo per il professore universitario abruzzese Michele D’Angelo, detenuto in Albania. Per il docente dell’Università dell’Aquila sono state avviate le procedure per la liberazione.
Saranno avviate a breve le procedure per la rimessa in libertà di Michele D’Angelo, professore dell’Università dell’Aquila detenuto in Albania dallo scorso agosto.
Lo rende noto il sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi, spiegando che “in questi mesi è stato portato avanti un lavoro silenzioso e concreto che ha visto impegnati, sin dal primo momento, l’ambasciata italiana e il corpo consolare, con il supporto della Farnesina, del viceministro Edmondo Cirielli e del suo staff, ai quali desidero rivolgere un sincero ringraziamento per la disponibilità, l’attenzione e la sensibilità dimostrate in ogni fase di questa complessa vicenda”.
“Fin dai primi giorni – aggiunge Biondi – quando fui contattato dalla compagna Vanessa, abbiamo seguito da vicino l’evolversi della situazione.
E’ stato un percorso difficile e doloroso, ma oggi prevale un sentimento di riconoscenza verso chi ha lavorato lontano dai riflettori e verso tutte le persone che, con rispetto e senso delle istituzioni, stanno contribuendo a riportare Michele a casa. Siamo certi che saranno chiariti tutti gli aspetti della vicenda e che potrà lasciarsi alle spalle quanto accaduto”.
Siamo molto felici di apprendere che il professor Michele D’Angelo, nostro stimato collega, potrà tornare presto in Italia”. Lo afferma il rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila Fabio Graziosi in relazione alla notizia relativa all’avvio imminente delle procedure di liberazione del docente, tuttora detenuto in Albania.
“Come ateneo – aggiunge Graziosi – fin dai giorni successivi ai fatti che hanno coinvolto il professor D’Angelo, ci siamo mobilitati, rimanendo vicini a sua moglie e alla sua famiglia e seguendo sempre con attenzione e discrezione l’evolversi della situazione”.
“Il compianto professor Edoardo Alesse – aggiunge il rettore Univaq – e la professoressa Anna Maria Cimini, direttrice del dipartimento del professor D’Angelo, hanno svolto un lavoro molto importante, agendo sempre di concerto con le altre istituzioni coinvolte, dal ministero degli Esteri al Comune dell’Aquila.
Li ringrazio, insieme a tutti coloro che hanno lavorato per il raggiungimento di questo risultato”.
“Ora D’Angelo – conclude Graziosi – potrà riabbracciare i suoi cari e siamo certi che potrà dimostrare nelle sedi deputate la sua innocenza. Come università non possiamo non sperare che possa tornare, quanto prima, anche a riprendere il suo lavoro, la sua attività di ricercatore e docente”.
Docente dell’Università dell’Aquila detenuto in Albania da agosto