Teramo. Dopo 6 anni di udienze, e a 8 dai fatti, si è chiuso con 10 assoluzioni per altrettanti imputati il maxi processo davanti al tribunale di Teramo, epilogo dell’inchiesta aperta nel 2017 quando scoppiò l’emergenza legata a un problema di potabilità dell’acqua del Gran Sasso, il cui uso venne bloccato per diversi giorni in 32 comuni del Teramano.
Il giudice monocratico Claudia Di Valerio ha assolto tutti gli imputati, tra cui gli ex vertici dell’Istituto di fisica nucleare del Gran Sasso, Strada dei Parchi e Ruzzo Reti.
Ai dirigenti veniva contestata una serie di reati, che sintetizzavano l’inerzia nelle azioni necessarie a mettere in sicurezza le acque del Gran Sasso, nei pressi delle cui sorgenti convivono in un ‘condominio impossibile’ – come definito da molti tecnici -, sia i Laboratori dell’Infn che l’autostrada e la società acquedottistica Ruzzo che rifornisce il Teramano.