Cappadocia. Appennino Ecosistema ha presentato questa mattina al Servizio Foreste e Parchi della Regione Abruzzo formali osservazioni nell’ambito della procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale relativa a due diversi progetti di taglio delle imponenti faggete ad alto fusto dei Comuni di Cappadocia (50 ettari) e Pereto (30 ettari).
In entrambi i casi si tratta di vaste faggete, protette dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea come habitat prioritari (9210* Faggete degli Appennini con Taxus e Ilex), che caratterizzano il 40% della superficie dell’estesissima ZSC/ZPS IT7110207 “Monti Simbruini”.
Appennino Ecosistema contesta la palese falsità dei relativi Studi di Valutazione di Incidenza Ambientale, che negano la presenza stessa dell’habitat di faggeta tutelato come prioritario a livello europeo. Nelle osservazioni, l’associazione rileva la non conformità degli studi alle Linee guida nazionali e regionali, essendo privi quasi totalmente dei contenuti obbligatori. In particolare, mancano analisi di dettaglio su flora, fauna e habitat; nonostante ciò, viene comunque rilevato un “potenziale disturbo” alla fauna e alla vegetazione di interesse unionale, concludendo sorprendentemente che l’intervento non incide negativamente sulle aree della Rete Natura 2000.
Va ricordato che, nel caso di interventi con incidenza anche minima e potenzialmente negativa sullo stato di conservazione di habitat o specie “prioritari” della Direttiva UE Habitat, l’autorizzazione può essere concessa solo per “considerazioni connesse alla salute dell’uomo e alla sicurezza pubblica” o, previo parere obbligatorio e vincolante della Commissione Europea, per “altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico”. Condizioni che, secondo l’associazione, non ricorrono nei progetti presentati.
Entrambi i progetti di taglio vengono spacciati dai Comuni proponenti come “cure selvicolturali”, presentate come funzionali al miglioramento delle condizioni strutturali e vegetative del bosco, senza considerare che ogni utilizzazione boschiva comporta inevitabilmente un’alterazione della composizione, della struttura e delle funzioni dell’ecosistema forestale, con gravi danni alla vegetazione erbacea, arbustiva e al prezioso biota del suolo.
Appennino Ecosistema invita quindi il Dirigente del Servizio Foreste e Parchi della Regione Abruzzo a non autorizzare i progetti e a denunciare i redattori degli studi per falso ideologico in atto pubblico (art. 483 del Codice penale). Qualora i progetti fossero comunque illegittimamente autorizzati e realizzati, l’associazione annuncia il ricorso all’Autorità giudiziaria per chiedere di procedere contro le imprese boschive per i reati previsti dagli artt. 733-bis, 727-bis e 452-quinquies del Codice penale, oltre che contro i Sindaci dei due Comuni e i rappresentanti della Regione Abruzzo per favoreggiamento reale (art. 379 c.p.), per aver favorito e reso possibili condotte che mettono a rischio habitat e specie protette di interesse comunitario.