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La valle sotto assedio: Sulmona tra rifiuti, instabilità e la paura dell’inceneritore SNAM.

Fabrizio Beltrame di Fabrizio Beltrame
28 Settembre 2025
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L’Aquila. Settembre si è chiuso con un quadro regionale a due velocità: da un lato, l’ottimismo tracciato dall’Abruzzo Economy Summit di Pescara, dall’altro, il crescente allarme che suona nella “Cenerentola” Sulmona, stretta tra problemi di degrado urbano e l’ombra di grandi progetti infrastrutturali contestati.

Il 25 settembre, all’Aurum di Pescara, gli Stati Generali dell’Economia hanno restituito un’immagine ambiziosa della Regione. L’intervento del Prof. Giuseppe Mauro ha evidenziato dati ottimistici su lavoro e occupazione , in particolare grazie alla robusta crescita del settore farmaceutico, che ha compensato la crisi dell’automotive.

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Il summit, moderato dal direttore Luca Telese, ha messo a confronto i vertici di aziende chiave come Snam, Edison, e Toto-Renexia, focalizzandosi sulla transizione energetica. Il messaggio finale è stato netto: “Non esistono decrescite felici”, un invito a puntare su innovazione e a rivedere paradigmi consolidati, in linea con le teorie di Schumpeter sulla “distruzione creativa”.

Tuttavia, le sfide restano immense: demografia, produttività e infrastrutture richiedono risposte concrete. Significativa la nota di dissenso: fuori dall’Aurum, una rappresentanza del movimento “No Snam di Sulmona” ha manifestato con uno striscione, portando sul tavolo del dibattito economico la questione ambientale e territoriale.

Nonostante le preoccupazioni globali e locali, l’Abruzzo si è mostrato dinamico: Pescara ha celebrato l’estate con la risonanza nazionale della “Notte dei serpenti” di Melozzi, L’Aquila prosegue la sua marcia, inebriata dalla preparazione a “Capitale della Cultura 2026” con la sua Perdonanza Celestiniana. Il Chietino continua a valorizzare l’attrattiva unica della Costa dei Trabocchi.

Le Aree Interne hanno avuto il loro momento di rilievo a Sulmona, sede del congresso nazionale “Medicina e Montagna” del CAI. L’evento, coordinato dalla Presidente Nazionale della Commissione Medica, la sulmonese Dr.ssa Carla D’Angelo, ha messo la città al centro della discussione su salute e territorio alpino, confermando la tradizione alpinistica della Sezione CAI attiva dal 1922.

Proprio Sulmona, che ha ospitato un evento scientifico di rilievo nazionale, appare al tempo stesso come la vera nota dolente del settembre abruzzese. Descrivibile come una realtà post-industriale in cerca di rigenerazione, la città è afflitta da spopolamento, fuga di cervelli, instabilità politica e problemi di gestione dei rifiuti, che le hanno valso il triste appellativo di “immondezzaio”.

Il nodo più critico resta la difesa della sua risorsa paesaggistico-ambientale, oggi pesantemente minacciata.

L’oggetto della contestazione è l’impianto collegato alla vicenda SNAM, che l’associazionismo civico definisce un potenziale “inceneritore”. Le stime di chi protesta sono impressionanti: “sei camini emetterebbero ogni anno tonnellate di ossidi di azoto, ossidi di zolfo, polveri e altri contaminanti” in una valle chiusa, che già ospita altre emissioni industriali.

Il timore è che il “dado sia già tratto”, e che la risorsa naturale, l’ultima speranza per una rigenerazione basata sul turismo e sulla qualità della vita, venga irrimediabilmente compromessa.

Di fronte a questa emergenza, l’immobilismo politico, esasperato anche dall’inattività per malattia del neoeletto sindaco Luca Tirabassi, non è più tollerabile. Il cittadino, il vero protagonista disarmato di questa crisi, è chiamato a una sola, impellente azione:

Il cittadino deve trasformare la frustrazione in impegno civico organizzato, competente e persistente. Ciò significa:

  1. Rafforzare l’Associazionismo: Sostenere e unificare i comitati di protesta, dotandoli di competenze tecniche e legali per contrastare i progetti con dati e perizie.
  2. Esigere Trasparenza: Utilizzare ogni strumento democratico, dall’accesso agli atti ai referendum locali, per obbligare la politica al confronto pubblico e a risposte esaurienti.
  3. Alzare il Tiro Mediatico: Non limitarsi alla protesta locale, ma portare il caso Sulmona all’attenzione dei media nazionali, collegando la difesa del territorio alle grandi sfide ambientali ed energetiche.

Il destino di Sulmona, nel cuore dell’Abruzzo, dipende ora dalla capacità della sua comunità di imporsi con determinazione per la difesa del suo bene comune. Non è solo una battaglia per la salute, ma per il futuro stesso della città.

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