Pescara. Il convegno “Abruzzo Economy Summit”, indetto dalla Regione e in corso stamane presso l’Aurum di Pescara, è stato contestato dagli attivisti della Campagna “Per il clima Fuori dal fossile”. Gli ambientalisti hanno manifestato davanti alla sede dei lavori mentre all’interno prendevano la parola esponenti delle multinazionali, tra cui l’amministratore delegato di SNAM, Agostino Scornajenchi.
Gli striscioni esposti mettevano in luce quelle che gli attivisti definiscono le “grandi ambiguità” di un summit che, pur parlando di transizione energetica, continua a basare le prospettive di sviluppo sull’uso dei combustibili fossili.
L’attenzione della protesta si è focalizzata in particolare sul progetto del metanodotto Linea Adriatica e sulla costruzione della centrale di compressione SNAM a Sulmona.
Uno striscione recava la scritta “fuori la Snam dal nostro territorio”. Mario Pizzola, portavoce della Campagna, ha aspramente criticato l’opera, definendola “del tutto inutile” e un “crimine economico”.
“Quello della centrale e del metanodotto Linea Adriatica è un progetto che risale a 20 anni fa, quando si pensava che il consumo di metano dovesse crescere,” ha detto Mario Pizzola, “ma le cose sono andate diversamente perché i consumi sono nel frattempo crollati arrivando ai minimi storici. Costruire oggi nuovi impianti metaniferi è del tutto inutile e nello stesso tempo è un crimine economico perché i due miliardi e mezzo dell’opera potevano essere utilizzati per combattere il cambiamento climatico, sviluppare le energie rinnovabili e mettere in sicurezza il territorio.”
Pizzola ha inoltre denunciato i danni ambientali, citando la distruzione di un’area verde contigua al Parco nazionale della Maiella, l’abbattimento di oltre 300 ulivi, la devastazione di un grande sito archeologico e la compromissione del corridoio faunistico dell’Orso bruno marsicano.
Gli attivisti hanno esteso le critiche alla politica regionale e nazionale. Pizzola ha puntato il dito contro il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, accusandolo di avallare il progetto della SNAM e di “fare di tutto per asservire il territorio alle lobby del fossile,” citando anche il progetto per lo sfruttamento del gas nel lago di Bomba.
Renato Di Nicola ha invece sollevato critiche di carattere geopolitico: “Hanno costituito il ministero della ‘sicurezza energetica’ che in realtà si dovrebbe chiamare della ‘sudditanza energetica’ perché l’Italia ha solo cambiato spacciatore, passando dalla dipendenza dalla Russia a quella degli Stati Uniti.”
Di Nicola ha concluso definendo l’“Abruzzo Economy Summit” un “grande spot” per sponsorizzare gli interessi delle grandi compagnie fossili e uno “schiaffo alla democrazia” per essersi riunito “a porte chiuse e a pagamento… senza alcun confronto con le organizzazioni della società civile.”