Pescara. Si alza il livello di preoccupazione sul futuro dei parklet a Pescara. Il capogruppo del M5S e Presidente della Commissione Controllo e Garanzia, Paolo Sola, ha lanciato un allarme dopo l’incontro in Commissione, criticando la “rigidità” dell’Amministrazione comunale che rischia di affossare definitivamente le strutture esterne, la cui autorizzazione scade il 31 ottobre 2025.
Sola ha sottolineato come i parklet, nati durante l’emergenza Covid, abbiano rappresentato in questi anni “un valore aggiunto per la nostra città e per il commercio locale”.
Il rischio di smantellamento è legato a un parere del Ministero dei Trasporti del 2020, secondo cui i parklet, occupando la carreggiata per un utilizzo privato, sarebbero in contrasto con il Codice della strada.
Il consigliere pentastellato ha espresso forti perplessità su questa interpretazione, evidenziando due punti:
- Il parere è un documento di cinque anni fa, “ignorato fino a ieri”, che il Comune ha più volte prorogato annualmente.
- Lo stesso parere indicava la legittimità delle strutture qualora l’Amministrazione ne avesse riconosciuto un “valore pubblico”, valore che per Sola è evidente, rappresentando un “arricchimento per l’offerta turistica e commerciale” della città.
La soluzione proposta dal Movimento 5 Stelle si basa sul DDL Concorrenza. Questo decreto ha rinviato dal 31 dicembre 2025 al 30 giugno 2027 la scadenza per il riordino delle discipline sui dehors, nate in deroga all’emergenza Covid.
“È quindi del tutto logico che lo stesso principio possa essere applicato per analogia anche a queste strutture,” commenta Sola. “Almeno fino al 2027, quindi, a nostro avviso vanno prorogate le autorizzazioni già rilasciate, e nel frattempo si deve lavorare a una disciplina definitiva, chiara e trasparente”
Correttezza verso gli operatori e programmazione
Sola ha sollevato un’ulteriore questione di “correttezza nei confronti degli operatori”, ricordando gli investimenti fatti dai commercianti per adeguarsi ai criteri estetici imposti dall’Amministrazione, spendendo “migliaia di euro”.
“È inaccettabile che oggi si rischi di vanificare quegli sforzi con un’interpretazione miope delle norme […] Il Comune non può permettersi di distruggere uno strumento che ha già dimostrato di funzionare, ma deve assumersi la responsabilità di riconoscerne il valore e regolamentarlo in maniera seria, anche temporanea, su un arco temporale che consenta però agli imprenditori di programmare con consapevolezza il proprio lavoro”.



