Atessa. Si è svolto ieri ad Atessa, in provincia di Chieti, subito dopo l’inaugurazione della Val di Sangro Expò, un momento di grande partecipazione e riflessione con l’evento intitolato “Azioni e sfide per la valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva dei nostri territori”, organizzato da AIFO – Associazione Italiana Frantoi Oleari, Rotary Club e CNA Agroalimentare, con il patrocinio gratuito del Comune, nel contesto del Progetto Esecutivo 2025 di Italia Olivicola, sostenuto dall’Unione Europea attraverso il Regolamento UE 2021/2115. Alla cerimonia inaugurale della Fiera hanno preso la parola il Sindaco di Atessa Giulio Borrelli e il Sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo, testimoni istituzionali del fatto che per il territorio, la cultura agricola e la filiera olivicola, oggi più che mai, servono impegno e visione condivisa.
Ad aprire i lavori del convegno è stato il geometra Giuseppe Masilli, Assessore ai Lavori Pubblici ed Ecologia, che ha sottolineato il valore di un appuntamento in cui la comunità si riconosce e che mette al centro un prodotto simbolo come l’olio extravergine.
Davanti a una platea attenta e nutrita, il professor Leonardo Seghetti ha condotto i presenti in un affascinante viaggio tra profumi e gusto, esplorando le proprietà organolettiche dell’olio extravergine nato dalla spremitura a freddo delle olive, evidenziando come aroma, colore e sapore non siano solo attributi sensoriali, ma tracce concrete delle condizioni ambientali, della cultivar, della cura nel raccolto e nella lavorazione. Il dottor Antonio De Iullis ha proseguito sottolineando le proprietà salutistiche dell’olio: i grassi monoinsaturi capaci di contrastare il cosiddetto colesterolo “cattivo”, i polifenoli ricchi di antiossidanti, elementi preziosi che rendono l’olio non solo alimento di piacere, ma vero presidio per la salute. Il professor Gino Primavera ha spiegato come ogni olio abbia la sua anima da abbinare con sapienza a piatti, valorizzando tradizioni locali e sapori autentici: capire con quale portata servire l’olio giusto è un gesto che unisce gusto e cultura, aiutando a riscoprire l’identità territoriale attraverso la tavola.
La presidente nazionale di CNA Agroalimentare, Francesca Petrini, ha invece acceso i riflettori sull’esperienza dei frantoiani artigiani, sottolineando che la loro passione e la loro maestria sono risorse da sostenere: valorizzare l’olio fatto da mani che conoscono il terreno, che scelgono le olive con cura, che curano ogni passaggio della produzione, significa riconoscere un patrimonio di tradizione e autenticità che altrimenti rischia di essere oscurato.
La dottoressa Rossella Fabbrizio ha illustrato poi come si legge l’etichetta dell’olio: quali informazioni devono comparire, cosa sono obbligatorie, e come decifrarle per scegliere con consapevolezza. In questo modo i consumatori imparano quanto valgono origine, metodo di coltivazione, modalità di spremitura, e possono identificare, dietro una bottiglia, il lavoro attento e umano che sta dietro ogni goccia di olio. Infine Giuseppe L’Abbate, già Sottosegretario alle Politiche Agricole, ha richiamato l’attenzione sull’importanza della comunicazione: perché tutta la qualità che si costruisce in campo e nel frantoio rischia di restare inespresso se non viene comunicata correttamente; se non vive nella percezione del consumatore; se non si trasforma in fiducia, narrazione, identità riconosciuta.
“Non si tratta solo di produrre un olio extravergine di qualità: si tratta di custodire un patrimonio culturale che parla di comunità, di territorio, di saperi antichi e di convivialità. – ha dichiarato Alberto Amoroso, presidente nazionale di AIFO, che ha moderato il convegno – I frantoiani non sono soltanto artigiani del gusto, ma custodi di tradizione, tessitori di relazioni comunitarie, elementi essenziali per tenere salda la memoria e l’identità del paesaggio che sostiene le nostre olive più belle. Per AIFO è fondamentale organizzare momenti come questo, perché diffondere la cultura dell’olio extravergine significa rafforzare la consapevolezza collettiva sul valore di un bene che appartiene a tutti. Con l’avvio della nuova campagna olivicola, voglio rivolgere un augurio speciale a tutti i frantoiani: che sia una stagione di buon olio, capace di raccontare ancora una volta l’eccellenza dei nostri territori”.
L’incontro si è concluso lasciando nella sala – e probabilmente fuori – la sensazione che tra le sfide future non ci siano solo quelle climatiche, tecniche o economiche, ma anche la sfida di fare comunità, di salvaguardare saperi locali, di costruire percorsi di filiera che rispettino l’ambiente, la qualità, il lavoro e il legame umano con il territorio. Atessa ha testimoniato che l’olio extravergine può essere qualcosa di molto più grande di un prodotto: può essere simbolo, identità, bellezza condivisa.