L’Aquila. Il consigliere regionale Antonio Di Marco esprime la sua preoccupazione e chiede chiarimenti al Direttore generale della ASL di Chieti, Mauro Palmieri, riguardo al mancato rinnovo dei contratti per alcuni operatori sanitari.
Di Marco sottolinea che gli operatori sanitari licenziati, che hanno lavorato a lungo come precari, rischiano di essere “beffati due volte”. Non solo hanno perso il lavoro e la possibilità di una stabilizzazione, ma la loro assenza si fa sentire così tanto che la ASL starebbe spostando personale dal carcere di Chieti per coprire i servizi scoperti.
Il consigliere ha inviato una lettera al Direttore generale della ASL, al presidente della Regione Marco Marsilio, alla Garante regionale dei Detenuti Monia Scalera e al direttore del carcere Franco Pettinelli per avere informazioni su questa strategia. “Bisogna capire perché sta accadendo, che tipo di strategia la Asl stia seguendo e sapere come saranno coperti i servizi interni al carcere”, afferma Di Marco. L’obiettivo è prevenire un ulteriore peggioramento delle condizioni già difficili all’interno del carcere.
Secondo Di Marco, i mancati rinnovi sarebbero dovuti ai “tagli lineari richiesti dal Governo regionale per via del deficit che la destra ha prodotto alla sanità”. Si chiede perché, se il personale non era necessario, ora si sta creando una carenza a tal punto da dover spostare operatori da servizi sensibili come il carcere. Questa situazione potrebbe interessare anche le case circondariali di Lanciano e Vasto.
Il consigliere solleva anche un’altra preoccupazione: “Peggio sarebbe se il personale licenziato fosse coperto da interinali”. In questo caso, sarebbe ancora più inspiegabile il mancato rinnovo dei contratti, soprattutto se si considera che altri operatori in graduatoria sono stati prorogati fino a fine anno. Di Marco chiede maggiore trasparenza sui criteri di scelta e invita a rendere pubblica la graduatoria, come richiesto anche dai sindacati.
Infine, Di Marco evidenzia l’aspetto umano della vicenda, parlando di “impegni non mantenuti con i lavoratori”. Questi operatori avevano accettato contratti a tempo determinato con la speranza di essere stabilizzati, ma ora si ritrovano “con un pugno di mosche in mano”, nonostante il loro lavoro sia socialmente e sanitariamente cruciale.
L’auspicio di Di Marco è che i tagli non causino danni peggiori. Fa notare che, oltre a questa situazione, c’è già il problema della mancanza di farmaci all’ospedale di Chieti a causa di una “cattiva organizzazione da parte della direzione generale”.